MA CHE IDEE AVETE PER SIENA?
Questa settimana ha volato il titolo Mps. Non per un caso. L’Ad della banca, Marco Morelli, ha intrapreso un tour europeo per spiegare il piano di rilancio di Rocca Salimbeni e per gli operatori finanziari è stato, a quanto pare, convincente. Per il Monte riemerge una parola a Siena ormai desueta: fiducia. Un buon segno, finalmente, per una città che per anni è stata colpita da una crisi senza precedenti, che non ha risparmiato nessuno dei palazzi del potere cittadino. E neppure i simboli sportivi (dal calcio al basket). Eppure Siena è riuscita a mantenere il suo volto tradizionale (oltre che la sua straordinaria bellezza). Lungo le vie del centro la sensazione non è affatto quella di una realtà sconvolta da uno tsunami. L’auspicio è che il buon vento persista. Il confronto sulle responsabilità del passato (molto gravi, e trasversali, dall’economia alla politica, toccando perfino la sfera religiosa) continuerà. Inevitabilmente. Ma se il peggio è passato, con l’ingresso dello Stato nell’azionariato Mps, è arrivata l’ora di pensare più concretamente al futuro, consapevoli che niente sarà più come prima. E forse è più un bene che un male, perché insieme con i fasti bancari sono venuti meno anche gli intrecci che, all’insegna della floridezza, condizionavano (anzi meglio: soffocavano) la vita pubblica, in città e in provincia. Siena non riparte da zero, basti pensare al peso acquisito dal polo delle biotecnologie. Ma ora che non c’è più «Babbo Monte» sarebbe la stagione propizia per investire su nuove idee. Di questo (soprattutto) dovrebbero discutere i candidati sindaci. Dovrebbero. La realtà per ora ispira pessimismo.