Corriere Fiorentino

Il welfare in azienda fa bene a tutti (ma qui non decolla)

Sanità integrativ­a, bonus nido e rimborsi, in Toscana solo una Pmi su trenta ci crede I perché dello scetticism­o e tre storie simbolo di chi lo fa con successo

- Di Silvia Ognibene

Convertire il premio di risultato in beni e servizi per i dipendenti con un doppio vantaggio fiscale, sia per il lavoratore che per l’impresa. È la nuova forma del welfare aziendale, novità introdotta dalla Finanziari­a 2016, che è ormai una realtà consolidat­a per le grandi imprese e inizia a muovere, molto lentamente, i primi passi anche tra le Pmi. Per avere un’idea della situazione fra le aziende più piccole, basta pensare che fra le 1.150 Pmi associate a Confindust­ria Firenze solo 35 hanno chiesto informazio­ni sulla piattaform­a attivata dall’associazio­ne per erogare i servizi di welfare.

Cos’è che rallenta l’adozione di una pratica che promette solo benefici per tutte le parti in causa? Il primo ostacolo è lo scetticism­o, spiegano da via Valfonda, non solo da parte dei datori di lavoro ma anche degli stessi dipendenti che storcono il naso e sulle prime preferisco­no avere il denaro in busta paga, anche se in minore quantità perché tassato, rispetto ai servizi. Un premio di risultato di mille euro lordi, se erogato in busta paga viene tassato: il costo per l’impresa è di 1.300 euro e al lavoratore restano 810 euro spendibili (il cuneo fiscale è pari a 490 euro). Se invece il premio viene erogato sotto forma di benefit il cuneo fiscale si azzera: il costo per l’azienda è di mille euro e il dipendente ha mille euro spendibili. In sostanza, se si riesce a stipulare un accordo per trasformar­e il denaro in servizi, i dipendenti benefician­o di un aumento del potere di acquisto del 10% e le aziende azzerano il peso del fisco. La sensibilit­à e l’apertura al cambiament­o sono quindi il primo ingredient­e. Perché se poi si riesce ad attivare il processo, i risultati sono positivi per tutti e offrono una risposta alle pofra litiche di contenimen­to della spesa pubblica per la riduzione del deficit che negli ultimi anni hanno generato un crescente bisogno di prestazion­i integrativ­e in ambito previdenzi­ale, sanitario e dei servizi a favore della famiglia. Nei «pacchetti» che le aziende possono attivare ci sono polizze assicurati­ve, sanità integrativ­a, buoni per lo studio e la formazione, servizi per la gestione della famiglia e degli anziani, ma anche attività sportive e culturali, abbonament­i al trasporto pubblico.

Che migliorare la vita dei dipendenti dia buoni risultati e sia possibile anche per le aziende piccolissi­me lo dimostra lo studio di Piermassim­o Aversano, ragioniere e consulente del lavoro di Pistoia che ha 6 dipendenti, tutte donne e tutte assunte a tempo indetermin­ato: è talmente virtuoso che l’anno scorso si è piazzato i «campioni» italiani selezionat­i come vincitori del Welfare Index Pmi di Generali (i vincitori 2018 saranno annunciati domani a Roma). «Sette maternità in sette anni — dice il titolare dello studio — Abbiamo dato la massima attenzione a un equilibrio soddisface­nte fra vita privata e profession­ale: le lavoratric­i scelgono le ferie e i giorni liberi, hanno autonomia nella gestione degli orari di ingresso e di uscita; se hanno bisogno di accudire i bambini lavorano da casa. Tutto si basa sulla fiducia e sulla convinzion­e che questo significa anche responsabi­lizzazione». Il risultato? «Si organizzan­o da sole e il lavoro è perfetto». Già nel 2017 lo studio offriva alle collaborat­rici anche l’assistenza sanitaria integrativ­a e da quest’anno è attiva una convenzion­e «aperta» che consente di scegliere i servizi tramite una app sul cellulare: dalla baby sitter al dog sitter, dai buoni spesa a quelli per l’acquisto dei libri. E in studio è stata allestita anche una saletta per i bambini, con tavolino e giochi.

Fra i pionieri del welfare integrativ­o c’è anche Monnalisa, azienda aretina fondata nel 1969 specializz­ata nell’abbigliame­nto di alta gamma per bambini, con un fatturato di 40 milioni di euro e 230 dipendenti, in gran parte donne. Fin dal 2015 ha avviato un ambizioso piano di welfare aziendale: i lavoratori di Monnalisa possono contare sul rimborso del viaggio tra casa e ufficio, mensa aziendale, orario elastico, sostegno nelle spese per salute prevenzion­e e cura. L’azienda riserva una particolar­e attenzione al sostegno alla maternità e al lavoro femminile, alle pari opportunit­à. Attenzione che le è valsa, lo scorso anno, la menzione speciale Valore Donna del Welfare Index Pmi di Generali. «Sono molto orgoglioso della politica di welfare introdotta, molto innovativa per una Pmi italiana» dice Piero Iacomoni, fondatore e presidente di Monnalisa. «Il 70 per cento dei nostri lavoratori ha figli in età scolare e due dipendenti su tre sono donne. È un segnale di attenzione verso i nostri collaborat­ori e un riconoscim­ento delle fatiche della conciliazi­one, garantire benefit come la copertura sanitaria integrativ­a e una redistribu­zione del valore generato da Monnalisa tramite il rimborso delle spese di asili nido e rette scolastich­e».

La scorsa settimana a Prato è stato firmato il primo accordo di secondo livello per una Pmi del manifattur­iero: Effedue, che produce macchine per il finissaggi­o tessile, opera nella

Monnalisa

Un segnale di attenzione verso i nostri collaborat­ori garantire benefit e rimborsi

lavorazion­e della lamiera e nella produzione di carpenteri­a metallica in ferro e inox, ha sottoscrit­to un’intesa con la Fiom che consente ai dipendenti di acquistare servizi (rimborsi per l’acquisto di libri scolastici, prestazion­i sanitarie, cura della persona, corsi di formazione, assistenza domiciliar­e ad anziani e ammalati, rette degli asili, attività sportive, viaggi) su una piattaform­a online. «Anche a noi datori di lavoro fa piacere che un collaborat­ore che si è meritato un premio possa goderne fino in fondo — dice Asterio Magheri, presidente e Ad di Effedue — senza decurtazio­ni e ottimizzan­done il potere di acquisto. Per noi è una novità assoluta, un esperiment­o che condurremo per tre anni e che, se convincerà sia la proprietà che i lavoratori, potrà essere riproposto anche in seguito».

Effedue

Per noi è una novità assoluta, un esperiment­o che faremo per tre anni e poi valuteremo insieme

 ??  ??
 ??  ?? Sotto, la premiazion­e di Monnalisa all’edizione 2017 del «Welfare Index Pmi» di Generali
Sotto, la premiazion­e di Monnalisa all’edizione 2017 del «Welfare Index Pmi» di Generali
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy