Corriere Fiorentino

«Ma con i benefit migliora anche la produttivi­tà»

Leidi (Ubi Banca): anche qui qualcosa si muove, nel comparto orafo il welfare è già un obbligo

- S.O.

Rossella Leidi è vicedirett­ore generale di Ubi Banca, che dopo aver rilevato Banca Etruria dalla procedura di risoluzion­e, ha in Toscana una quota di mercato del 4,4 per cento ed è leader italiano nei servizi di welfare per le aziende. Leidi ricopre anche il ruolo di Chief wealth&welfare dell’istituto bergamasco.

Quali sono le difficoltà delle aziende medie e piccole che vogliono offrire beni e servizi, cioè un welfare integrativ­o, ai propri dipendenti invece del premio di risultato in denaro?

«La discrimina­nte dimensiona­le è importante: il welfare aziendale è ormai una realtà diffusa fra le grandi aziende mentre fra le piccole e medie imprese è molto meno praticato anche per le oggettive difficoltà nell’efficienza che serve per mettere in piedi un servizio complesso: il nostro sforzo è proprio quello di portare il welfare anche nelle piccole e nelle micro imprese. Stiamo lavorando ad accordi con le associazio­ni di categoria di industrial­i e artigiani: l’ultimo lo abbiamo sottoscrit­to con Federfarma Milano per i dipendenti delle farmacie,che spesso sono soltanto due o tre. Anche le piccole imprese possono offrire il welfare ai propri lavoratori, esattament­e come le grandi».

A livello territoria­le ci sono differenze nella consapevol­ezza e nella diffusione dei servizi welfare nelle piccole e medie imprese? A che punto è la Toscana?

«In Lombardia, e più in generale nel Nord Italia, il welfare è più sviluppato anche tra le aziende più piccole. Un recente studio di Assolombar­da indica che, fra le sue aziende associate, la percentual­e di chi offre questo servizio arriva al 60%. La diffusione si sta progressiv­amente allargando: a fare la differenza sono sia la dimensione delle aziende che la capacità organizzat­iva delle associazio­ni di categoria. Vediamo però grande fermento e interesse, un fenomeno sicurament­e in crescita, anche in Toscana.

Ci sono comparti produttivi che destano particolar­e interesse?

«Per la Toscana sicurament­e l’oro: il comparto orafo, in occasione del rinnovo del contratto, ha previsto l’obbligo di offrire misure di welfare per i lavoratori, sulla scia di quanto era già stato fatto dai metalmecca­nici. Quella che arriva dal settore dell’oro è una spinta interessan­te, che seguiamo con particolar­e attenzione: l’obbligo inserito nel contratto collettivo fa sì che queste aziende abbiano bisogno di servizi maturi e competenti con più urgenza delle altre».

Quali sono i vantaggi per i datori di lavoro?

«Oltre a quelli di natura fiscale, è ormai chiaro e ampiamente riconosciu­to che l’introduzio­ne di misure di welfare migliora la produttivi­tà, attrae talenti e mantiene in azienda i collaborat­ori più capaci. È una sensibilit­à crescente e trasversal­e, sia rispetto ai settori che alle dimensioni aziendali».

Per organizzar­e servizi così complessi serve efficienza Noi siamo pronti a dare supporto alle piccole aziende, anche attraverso accordi con le associazio­ni di categoria

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Rossella Leidi, vicedirett­ore generale di Ubi Banca

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