I GENITORI, IL DIRITTO ALL’EDUCAZIONE E QUELLO ALLA SALUTE
Caro direttore, la legge sui vaccini sta funzionando e si vedono già i suoi effetti. In diverse zone del Paese siamo già riusciti a portare le coperture al di sopra della soglia di sicurezza. Questo è il dato più importante. La messa in sicurezza dei più fragili deve continuare ad essere la nostra priorità. A fianco a questo sappiamo che, dopo la scadenza dello scorso 10 marzo, diversi bambini sono rimasti fuori dall’asilo. Non è una bella cosa. Ma, spiace dirlo, questi minori sono vittime dei loro genitori. Ricordiamo che per continuare a frequentare asili e scuole d’infanzia è sufficiente una semplice prenotazione presso la Asl. La piena legittimità della legge è stata confermata prima dal Consiglio di Stato e poi dalla Corte Costituzionale. Il diritto dei genitori all’educazione dei propri figli non può essere separato da quel «poteredovere» da parte dello Stato e delle sue Istituzioni di tutelare la salute dei minori, se occorre anche contro la volontà dei genitori quando si concretizzano condotte pregiudizievoli alla salute dei figli. Concetto, questo, ribadito dalla stessa Consulta. Tutti i genitori, peraltro, continueranno ad essere debitamente informati sulla sicurezza dei vaccini come previsto dalla legge. Solo lo scorso anno abbiamo avuto quasi 5 mila casi di morbillo e 4 decessi. Un incremento del 481% rispetto al 2016. Siamo i secondi in Europa per casi di morbillo, subito dopo la Romania. Di fronte a questi numeri non potevamo far finta di nulla. Tra l’altro, l’incidenza della malattia è stata massima tra i bambini con meno di un anno, i più esposti a gravi complicazioni, e molto alta tra quelli di età compresa fra uno e quattro anni, tra i quali rientrano molti bambini non vaccinati. Da qui la necessità e l’urgenza di un provvedimento con efficacia immediata, che innalzasse, in termini cogenti e obbligatori, la copertura di coloro che cominciano a frequentare asili e scuole, per interrompere la circolazione del patogeno. Dobbiamo sempre tenere a mente che la copertura vaccinale è funzionale all’adempimento di un generale dovere di solidarietà richiamato dalla stessa Costituzione. Porre ostacoli di qualunque genere alla vaccinazione — la cui appropriatezza è riconosciuta dalla più accreditata scienza medico-legale e dalle autorità pubbliche, legislative o amministrative a ciò deputate — può risolversi non solo in un pregiudizio per il singolo individuo non vaccinato, ma soprattutto vulnera immediatamente l’interesse collettivo, rischiando di danneggiare, a volte irreparabilmente, la salute di altri soggetti deboli. Con questa legge non facciamo altro che proteggere quanto previsto dall’articolo 32 della Costituzione, laddove si enfatizza la dimensione solidaristica del diritto alla salute e il tema del possibile conflitto tra diritto individuale e interesse collettivo.