Corriere Fiorentino

Il mister fiorentino sfida i viola: «Sarà speciale»

Il mister fiorentino della Spal domenica sfida i viola: «Una partita molto speciale»

- Di Stefano Rossi a pagina 14

Sulle scale del tunnel che porta verso il campo, con le gambe che tremano e la gioia nel cuore. Poi dritto verso la panchina, quella degli ospiti, calpestand­o l’erba del Franchi. Sullo sfondo gli applausi del pubblico e le note dell’inno viola di Narciso Parigi. Chissà quante volte Leonardo Semplici avrà sognato il suo ritorno a casa. Domenica alle 12.30 diventerà realtà. La Fiorentina è la squadra del suo cuore, fin da quando babbo Silvano gli parlava degli storici scudetti.

I suoi colori, sebbene con la Primavera, è riuscito ad indossarli per tre anni. A Firenze lo aveva voluto Corvino nella sua prima avventura in viola. Il motivo? L’efficacia del gioco delle sue squadre. Pantaleo lo notò nell’estate del 2007 quando in amichevole i viola faticarono a battere il Figline. E la cosa si è ripetuta spesso, perché la Fiorentina, anche in provincia, ha sempre cercato di organizzar­e amichevoli più competitiv­e possibili. E così nell’estate del 2011, una volta che Semplici era stato esonerato dal Pisa, Corvino gli affidò quella panchina. Una scelta che si è rivelata subito vincente. Appena arrivato, Semplici vinse la Supercoppa all’Olimpico contro la Roma. Un trionfo che seguì dalla tribuna poiché per quella gara era squalifica­to. Da lì iniziò l’avventura, che però nelle prime settimane incontrò qualche ostacolo: avere a che fare con dei ragazzi infatti è molto diverso dal dover gestire una squadra di uomini, spesso piuttosto maturi, come quella del Figline.

Negli anni in viola ha vissuto le Caldine, dove giocava la squadra, insieme all’amicovice Andrea Consumi, nato proprio lì. Spesso la mattina prendeva il caffè al bar e passeggiav­a per le vie del paese in attesa dei suoi ragazzi per l’allenament­o. E di talenti, lì al Poggioloni, ne ha cresciuti tanti: da Babacar fino a Bernardesc­hi, passando per il suo capitano Capezzi. Insieme a loro anche Matos, Seferovic, Venuti e Piccini che adesso è seguito dai grandi club europei.

Guidando questi giovani di belle speranze si è tolto la soddisfazi­one di esordire al Franchi. Era l’aprile 2014, si giocava la finale di ritorno di Coppa Italia persa per 2- 4 contro la Lazio di Simone Inzaghi. Quella sera, terminata con le lacrime nello spogliala toio, fu seguita da oltre 5.000 spettatori che incitarono la sua squadra.

A fine stagione chiuse il ciclo alla Fiorentina per iniziare una nuova esperienza a Ferrara, dove ha realizzato l’impresa di riportare la squadra in Serie A dopo cinquant’anni e con una doppia promozione dalla Serie C. Adesso è chiamato a salvarla, per chiudere un ciclo perfetto. La prima tappa è a Firenze, dove troverà squadra di Pioli che è in piena corsa per l’Europa League. Inoltre la Fiorentina sta vivendo un momento di forma eccezional­e e insegue la settima vittoria consecutiv­a.

La sua Spal scenderà in campo sapendo già il risultato del Crotone ma non si farà condiziona­re. Prima di pensare al campo, Leonardo vivrà un concentrat­o di emozioni («Non sarà una gara normale», ha ripetuto anche ieri), un batticuore che durerà fino al fischio di inizio nella gara che aspettava fin da quando è stato compilato il calendario. Sugli spalti lo seguiranno gli amici e la famiglia, mancherà solo il figlio Filippo impegnato a giocare con l’Antella. Uno sguardo lo lancerà anche a loro, poi via la giacca e su le maniche della camicia. La posta in palio è alta.

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