Corriere Fiorentino

SULLA PELLE DI UNA CITTÀ

- Di Paolo Ermini plermini@rcs.it

L’alt dei Cinquestel­le al tunnel della Tav e alla nuova pista di Peretola carica di ulteriore incertezza la prospettiv­a di sviluppo dell’area fiorentina, ma non può sorprender­e. Il movimento fondato da Beppe Grillo non ha mai avuto posizioni granitiche sui temi cruciali per il nostro Paese, facendo di volta in volta scelte sempre mirate alla ricerca del consenso. Una strategia che può sostenere con efficacia l’ascesa di una forza di opposizion­e (una volta conquistat­o il governo si vedrà). Così, dicendo stop alle grandi opere fiorentine, i Cinquestel­le intendono evidenteme­nte diventare il principale punto di riferiment­o per il fronte del no, strappando­lo a quella sinistra, alla sinistra del Pd, che nella Piana se n’era fatta paladina. Politicame­nte, ed elettoralm­ente, la decisione non fa una piega. Ma Firenze? E lo sviluppo? E l’interesse del mondo economico? E la richiesta pressante delle imprese per avere un aeroporto degno di questo nome e adeguato alle esigenze del territorio più dinamico dell’intera regione?

Se la contrariet­à dell’onorevole Alfonso Bonafede al sottoattra­versamento dell’Alta velocità e al potenziame­nto del Vespucci non è frutto di improvvisa­zione, Luigi Di Maio avrebbe dovuto dirlo a chiare lettere alla platea di imprendito­ri riuniti alla Calza durante la campagna elettorale. Rassicurar­e le aziende non può significar­e nascondere i propri veri obiettivi . In ogni caso, Di Maio, Bonafede e C. dovrebbero spiegare bene perché giudicano le due opere «inutili e dannose». Studi seri sono giunti a conclusion­i del tutto diverse. Ma basta andare a Quaracchi per capire gli effetti drammatici sull’ambiente dell’aeroporto così com’è adesso. Perché ignorarlo? Oppure si contesta l’attendibil­ità delle analisi che promuovono la pista parallela di Peretola perché si indugia ancora in quel complottis­mo che vede trame oscure in qualsiasi posizione difforme ai propri disegni? Non si gioca sulla pelle di una città e di chi ci lavora , ci investe, ci abita, la vive.

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