SULLA PELLE DI UNA CITTÀ
L’alt dei Cinquestelle al tunnel della Tav e alla nuova pista di Peretola carica di ulteriore incertezza la prospettiva di sviluppo dell’area fiorentina, ma non può sorprendere. Il movimento fondato da Beppe Grillo non ha mai avuto posizioni granitiche sui temi cruciali per il nostro Paese, facendo di volta in volta scelte sempre mirate alla ricerca del consenso. Una strategia che può sostenere con efficacia l’ascesa di una forza di opposizione (una volta conquistato il governo si vedrà). Così, dicendo stop alle grandi opere fiorentine, i Cinquestelle intendono evidentemente diventare il principale punto di riferimento per il fronte del no, strappandolo a quella sinistra, alla sinistra del Pd, che nella Piana se n’era fatta paladina. Politicamente, ed elettoralmente, la decisione non fa una piega. Ma Firenze? E lo sviluppo? E l’interesse del mondo economico? E la richiesta pressante delle imprese per avere un aeroporto degno di questo nome e adeguato alle esigenze del territorio più dinamico dell’intera regione?
Se la contrarietà dell’onorevole Alfonso Bonafede al sottoattraversamento dell’Alta velocità e al potenziamento del Vespucci non è frutto di improvvisazione, Luigi Di Maio avrebbe dovuto dirlo a chiare lettere alla platea di imprenditori riuniti alla Calza durante la campagna elettorale. Rassicurare le aziende non può significare nascondere i propri veri obiettivi . In ogni caso, Di Maio, Bonafede e C. dovrebbero spiegare bene perché giudicano le due opere «inutili e dannose». Studi seri sono giunti a conclusioni del tutto diverse. Ma basta andare a Quaracchi per capire gli effetti drammatici sull’ambiente dell’aeroporto così com’è adesso. Perché ignorarlo? Oppure si contesta l’attendibilità delle analisi che promuovono la pista parallela di Peretola perché si indugia ancora in quel complottismo che vede trame oscure in qualsiasi posizione difforme ai propri disegni? Non si gioca sulla pelle di una città e di chi ci lavora , ci investe, ci abita, la vive.