Corriere Fiorentino

Trent’anni fa, ma sembra oggi Anzi no: Canapone non c’è più

Così «Toscana Qui» raccontava (i soliti) problemi

- Di Edoardo Lusena

«La tela di Penelope dell’aeroporto fiorentino attende ancora Ulisse. Franco Tancredi, nel 1977, fu buon profeta (ma era anche facile): predisse che dopo 10 anni, tre convegni, plastici e progetti, mappe e proiezioni, ci saremmo trovati ancora al punto di partenza. Non si è sbagliato poi di molto». Dieci anni? E il resto. Era il gennaio del 1984 quando quelle parole venivano stampate sulla rivista mensile Toscana Qui edita da Bonechi in un’ampia inchiesta di Andrea Semplici. A sfogliare quelle pagine 34 anni più tardi le opzioni sono due: o mettersi a piangere o prenderla con ironia. Perché, poco, pochissimo, è cambiato da allora. Certo, gli attori sono diversi (ma neanche poi tanto), la tecnologia ha progredito, Peretola ha una moderna aerostazio­ne con bar, boutique, ristoranti. Ma l’attualità di alcuni passi del reportage è inquietant­e. «Ha un senso — si chiede il cronista — un aeroporto di terzo livello messo lì contro Monte Morello, in zona dalle precarie condizioni atmosferic­he? I piloti dell’Aligiulia, la compagnia che ha ripreso i collegamen­ti aerei tra Firenze ed il Nord Italia, hanno disposizio­ni severe: se non vedono la pista da 800 metri di altezza se ne vanno, dirottano». La visibilità oggi è un problema più facilmente aggirabile con le tecnologie ma un colpo di vento, oggi come allora, lascia tutti a terra.

Altra differenza, il «nemico». Se allora l’oppositore più strenuo alle ambizioni di volo fiorentine era Pisa, — con imboscate politiche, rallentame­nti e veri e propri blitz a favore del Galilei — oggi che tutto questo è stato superato (anche) grazie alla società unica che ha messo sotto un solo cappello i due scali, a giocare contro Firenze sono i comitati, i Comuni dell’hinterland e i partiti che fanno della nuova pista il terreno di una sfida tutta politica.

Quando l’articolo uscì si era all’indomani di uno dei tanti momenti spartiacqu­e di questa Beautiful degli aeroporti: Roma aveva deciso di mettere miliardi sul nuovo aeroporto fiorentino di San Giorgio a Colonica, la Regione — che allora aveva l’ultima parola — aveva deciso che, no, si doveva puntare su Pisa e che quei soldi sarebbero stati usati per avvicinare Firenze al Galilei con la FiPi-Li e il Canapone. Ma sì, Canapone, il treno — quello futuristic­o davvero — che da Santa Maria Novella portava direttamen­te dentro all’aeroporto di Pisa. Di lì a poco nella stazione si sarebbero perfino potuti lasciare i bagagli riprendend­oli una volta atterrati. Bella comodità eh? Tutto smantellat­o, trent’anni dopo, dal People mover: un trenino in più, con un biglietto in più e costato 72 milioni di euro. In più.

 Corsi e ricorsi

Uno scalo messo lì contro Monte Morello, in zona dalle precarie condizioni atmosferic­he

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