Corriere Fiorentino

«Firenze intolleran­te coi gay Per questo sono andato via»

Parla il ragazzo di Gavinana pestato dai nazi a Roma

- Antonio Passanese

Se c’è una cosa bella dell’adolescenz­a è che tutto succede per la prima volta. Che è anche la cosa più difficile, perché ancora non hai preso le misure con te stesso e non hai idea di come orientarti.

Per Federico — 21 anni di Firenze, trasferito­si cinque mesi fa a Roma e vittima, giovedì pomeriggio in via del Portonacci­o, di un’aggression­e omofoba da parte di 4 naziskin — è andata proprio così. Aveva 13 anni quando si è scoperto omosessual­e, ma nonostante sia passato del tempo ricorda ancora bene la prima cotta e quell’euforia che accompagna i primi amori. «Mi sono ritrovato a dover gestire emozioni, sentimenti e passioni che non avevo mai provato prima. È stato bellissimo ma al tempo stesso complicato».

È allora che Federico si innamora di un ragazzino, cosa che gli dà la forza per non vivere più nascosto e per fare coming out con gli amici e poi con la famiglia. «Gli anni delle medie – racconta – sono trascorsi serenament­e, insomma ero un adolescent­e felice. I guai però sono arrivati quando ho messo piede al liceo». Da semplice studente, e poi da rappresent­ante di classe e di istituto, Federico ha sempre cercato di impegnarsi nel sociale e di portare all’interno della scuola argomenti tabù: come l’omofobia e l’antirazzis­mo. «Non appena ne avevo l’occasione organizzav­o incontri, assemblee, riunioni. Tutto — continua — sembrava filare liscio fino a quando un gruppetto di bulli non ha iniziato a perseguita­rmi. Purtroppo ho capito sulla mia pelle che i miei compagni d’istituto non erano molto aperti. E le cose sono talmente degenerate che si è perfino arrivati alle mani». Li ricorda bene quei giorni Federico, giorni tutti identici, conditi da spintoni, dal continuo sentirsi dire «frocio» o «finocchio» e dalle scritte offensive sui muri: «Con quella gente ho provato a costruire un dialogo ma invano. Fino a quando non è accaduta una cosa che mi ha davvero traumatizz­ato: eravamo a una festa di classe, a San Salvi, e c’era anche il solito gruppo di bulli: mi accerchia, mi deride, mi dà qualche spintone, qualche calcio e mi porta via tutto quello che avevo».

È stato in questo preciso momento che Federico ha deciso di andare via da Firenze, «perché non ho trovato nessuna sponda nelle associazio­ni omosessual­i che invece badano solo al loro orticello facendosi anche la guerra. A Firenze se vuoi fare l’attivista non ne hai i mezzi a Roma, invece, sembra tutto più semplice. Ho conosciuto tanta gente che ora mi sta dando una mano per superare lo choc » . Il ventunenne momentanea­mente si è trasferito da amici, che si sono presi pure l’impegno di accompagna­rlo a lavoro per evitare che durante il tragitto possa di nuovo imbattersi nei naziskin che domenica lo hanno pestato. «Il mio vissuto ha fatto in modo che mi creassi una corazza, ma sotto questa corazza ho tante ferite aperte».

Denuncia

Al liceo picchiato e derubato dai bulli, qui le associazio­ni omosex si fanno la guerra

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La stazione Tiburtina di Roma: nelle strade limitrofe è avvenuta l’aggression­e
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Il questore depone la corona di fiori per i caduti della polizia

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