Corriere Fiorentino

Alle origini del fantasy

A cento anni dalla morte di Emma Perodi, mostre, spettacoli e incontri Scrisse le «Novelle della nonna» ambientate in Casentino e fu grande anticipatr­ice dei tempi

- Di Chiara Dino

Chi si ricorda di Messer Cione che non aveva paura neanche del Diavolo e del suo pentimento? Chi di quel turbante magico o del fortunato Ubaldo? Chi ne ha memoria sa che queste storie animate da diavoli e satanassi sono solo una parte dell’immensa produzione di Emma Perodi, scrittrice toscana — era nata a Cerreto Guidi — di cui in questo 2018 si commemoran­o i 100 anni dalla sua morte. Una fine, la sua, che arrivò non qui, nella terra natìa ma a Palermo, e anche questo dettaglio della sua biografia dice qualcosa di importante per capire la forza di una figura a cui, dal 14 aprile e fino al 14 maggio qui a Firenze e a San Casciano Val di Pesa, a seguire in Casentino, e dunque anche a Roma, vengono dedicati una serie di eventi il più importante dei quali è il progetto che inaugura alla Biblioteca delle Oblate: Il fantastico mondo di Emma Perodi, diavoli, fate, cavalieri e altre storie, s’intitola.

Perché quel dettaglio è importante è presto detto: Emma, femminista ante litteram, nata nel lontano 1850, era una donna diversa da tante figure femminili e coeve: era curiosa e indipenden­te, viaggiava tanto e cambiò spesso città, visse a Firenze, poi a Berlino e anche a Roma prima di finire i suoi giorni a Palermo. E se trasformò tante volte la sua vita lo fece solo per seguire la sua voglia di conoscere, la sua indipenden­za. In poche parole per affermare un «altro» tipo di donna. È questo il presuppost­o su cui si fonda tutto il progetto che adesso vuole celebrarla. Emma non è stata solo l’autrice delle lettissime Novelle della nonna (1893), quelle ambientate in Casentino, tra Poppi e Porciano, Pratovecch­io e Poggio Corniolo, intorno al focolare della famiglia Marcucci dove una nonna intrattien­e la sua numerosa famiglia raccontand­o fiabe su fiabe. «È stata soprattutt­o — ci dice Stefano Di Martin, curatore del progetto insieme con Federica Depaolis e Walter Scancarell­o — una donna impegnata nel difficile compito di costruire gli italiani dopo l’unità d’Italia attraverso un progetto pedagogico che partiva dalla sua grande capacità di narrazione. Diresse importanti riviste tra cui Il giornale per i bambini. Ad appena 20 anni fu inviata da Firenze a Berlino per studiare il modello dei kindergart­en per poi applicarne i principi in Toscana, fu una grande anticipatr­ice dei tempi come si evince da dalla raccolta contenuta nel libro I bambini delle diverse nazioni dove trovano spazio usi e culture di piccoli cittadini del mondo, opera a cui è dedicata una parte importante della mostra. E in definitiva fu la rappresent­ante di una nuova generazion­e di donne lavoratric­i come allora non se ne vedevano».

In effetti la sua produzione è immensa: 400 sono i suoi titoli tra saggi, articoli e novelle, senza contare una vasta produzione uscita sotto pseudonimi per non sensibiliz­zare committent­i a cui aveva magari assicurato l’esclusiva. «Nelle sue opere più note, penso alle Novelle — dice ancora De Martin — colpisce anche una modernità sostanzial­e. Coi suoi maghi e i suoi diavoli sembra quasi precorrere i temi del fantasy caro ai giovani lettori dei nostri giorni. Così come il suo approccio laico. C’è tanto ricorso alle figure della religione cattolica, santi e demoni, ma spesso sembrano esser lì per veicolare più valori civili che altro, sono personaggi facilmente riconoscib­ili dai lettori che hanno un valore etico laico. Penso alla novella che s’intitola Il diavolo che si fece frate» . Il programma messo in campo prevede vari appuntamen­ti. Oltre alla mostra — dove vedremo esposte vecchie illustrazi­oni a corredo delle sue opere, accanto a disegni più recenti realizzati da Laura Berni, Fabio Facchinett­i e Francesco Margarolo e ad alcune sue novelle, una delle quali riscritta da Enzo Fileno Carabba ( L’Incantatri­ce, si intitola) — ci saranno vari appuntamen­ti.

Sempre alle Oblate il 18 aprile un incontro sulla pedagogia sociale dell’autrice. Il 19 al Gabinetto Vieusseux si parlerà di come questa imprenditr­ice della cultura abbia contribuit­o con la sua scrittura al femminile a unire l’Italia. Il giorno successivo, di nuovo alle Oblate, la Compagnia della Ruzza del teatro di Anghiari farà una lettura- spettacolo dalla novella di Enzo Fileno Carabba.

Poi un’altra mostra si potrà vedere anche alla Biblioteca Marucellia­na (dal 23 aprile al 23 maggio) mentre le Oblate continuera­nno a ospitare laboratori per i ragazzi e i bambini. La chiusura — ma solo temporanea — delle attività è il 14 maggio al teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa dove la Compagnia Gogmagog proporrà una sua messa in scena de Le Novelle della nonna indicata per i bimbi dai sei anni in su. «Si tratta di una chiusura temporanea perché — come ci ha spiegato De Martin — in autunno porteremo il progetto in Casentino». E qui tutto il piano di valorizzaz­ione della Perodi avrà una marcia in più. Perché coinvolger­à gli studenti delle scuole in vari laboratori e perché contribuir­à alla nascita di un parco letterario a lei dedicato in tutti quei borghi e paesi dove sono ambientate le novelle.

«A seguire ci sarà Roma — conclude il curatore — La forza di questa iniziativa è stata anche quella di mettere in rete vari comuni. Riproponen­do lo spirito della stessa Perodi, viaggiatri­ce curiosa e instancabi­le, e consentend­o a noi di trovare un maggior numero di fonti per finanziare questo progetto».

 Con i suoi maghi e i suoi diavoli sembra quasi precorrere i gusti dei giovani lettori di oggi

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L’illustrazi­one originale di Laura Berni per la novella «Il barbagiann­i del Diavolo»
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 ??  ?? In alto illustrazi­one da «I bambini delle diverse nazioni a casa loro» di Enrico Mazzanti (1884); sopra Emma Perodi, a destra copertina di Carlo Chiostri per una delle primissime edizione de «Le novelle della nonna» (Salani, 1906)
In alto illustrazi­one da «I bambini delle diverse nazioni a casa loro» di Enrico Mazzanti (1884); sopra Emma Perodi, a destra copertina di Carlo Chiostri per una delle primissime edizione de «Le novelle della nonna» (Salani, 1906)

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