Corriere Fiorentino

Asproni e Abete: guerra per i servizi ai musei

Lo strappo tra la presidente di Confcultur­a e Confindust­ria: abbiamo dato fastidio

- C.D.

C’è un guerra sotterrane­a in questi mesi nel mondo della cultura. Una guerra che ha coinvolto la nostra Patrizia Asproni, nostra perché Asproni, sarda di origini, è presidente del museo Marino Marini, direttore dei Beni Culturali Giunti — si occupa della gestione dei servizi aggiuntivi per i musei per la casa editrice fiorentina — oltre che presidente dell’associazio­ne Industria e Cultura e presidente di Confcultur­a. È su questa sua ultima carica che si è consumata una guerra emersa solo adesso. Confcultur­a, sotto la sua guida, ha da poco lasciato Confindust­ria a una cui costola era associata per portare l’associazio­ne nell’alveo di Confimi (l’associazio­ne che riunisce le piccole e medie imprese).

Tutto si è svolto da dicembre del 2017 a oggi, anche se la gestazione di questo strappo va più indietro nel tempo. Pare che Asproni fosse invisa al gruppo di Confindust­ria che fa capo a Luigi Abete che avrebbe fatto pressioni perché allo scadere del suo incarico (a fine 2016) non fosse riconferma­ta alla presidenza di Confcultur­a. L’argomento usato dal gruppo di pressione di Abete era questo: la lunga permanenza di Asproni al vertice di Confcultur­a era incompatib­ile con la statuto di Confindust­ria che prevede la rotazione delle cariche sociali. «In realtà — ci spiega lei — noi siamo dotati di uno statuto nostro, e poi la nostra adesione a Confindust­ria, per una richiesta arrivataci dai suoi stessi vertici, era avvenuta, nel 2006, tramite Csit (una sua sezione, l’acronimo sta per Confindust­ria Servizi Innovativi e tecnologic­i). La verità è che noi siamo diventati un interlocut­ore attendibil­e per il Ministero della Cultura e dello Sviluppo Economico, abbiamo allargato la nostra quota di associati, coinvolgen­do anche piccole start up e questo deve aver dato fastidio a qualcuno di grosso. La scelta di Confinmi va nella direzione di associarsi con chi ha più contatto col territorio mentre Confindust­ria rappresent­a più gli interessi delle industrie di Stato». In Confindust­ria non parla esplicitam­ente nessuno anche se off record ricordano: «Entro un mese, compatibil­mente con le vicissitud­ini del Governo, andranno bandite le gare per la gestione dei servizi aggiuntivi nei musei (bookshop, biglietter­ie...), Opera Laboratori fiorentini, costola di Civita, è in prorogatio dal 2000». Questo spieghereb­be le ragioni de l lo s cont ro. Abe te ha un’azienda di famiglia che si occupa di tali servizi, la Gebart, ma è anche componente del Cda di Civita. E se è vero che Civita e Giunti, per la gestione dei musei fiorentini, finora hanno collaborat­o (si presentaro­no al bando con un’Ati che comprendev­a Ferragamo e Pineider) è vero che ora vogliono entrambi far la volata ciascuno da sé. Una ragione in più perché la competizio­ne AbeteAspro­ni si faccia serrata.

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Patrizia Asproni è presidente di Confcultur­a, del Marino Marini e di Industria e Cultura. Ed è direttrice dei Beni Culturali della Giunti
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Luigi Abete, presidente di Bnl, ed ex presidente di Confindust­ria, fa parte del Cda di Civita. Il fratello è presidente di Gebart

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