Corriere Fiorentino

Palazzo Vecchio smaschera 1.700 evasori

Bilancio, recuperati 4 milioni su Imu e Tari. Boom dei musei comunali e della Firenze Card

- @marziofatu­cchi Marzio Fatucchi

Rimettere a posto i conti, come ha previsto la nuova normativa sui bilanci degli enti locali, ha creato problemi per i livelli di spesa e di investimen­ti, negli ultimi anni, agli enti locali. Ma una volta «normalizza­ti», in tutti i sensi, ha obbligato anche ad andare a caccia degli evasori delle imposte comunali con più vigore. È quello che è successo a Palazzo Vecchio dove, nel 2017, sono stati individuat­i (e fatti pagare) circa 1.700 evasori delle due principali tasse locali: cioè 689 evasori dell’Imu (l’imposta sugli immobili, non sulla prima casa, esentata) e 900 della Tari, la tassa sui rifiuti. Grazie a incroci delle banche dati e un’attività di verifica più puntuale, oltre che a numerose sollecitaz­ioni via lettera, il Comune di Firenze ha così recuperato 4,6 milioni dall’Imu e 4,3 milioni dalla Tari. Ma non sono le uniche entrate in aumento rispetto alle previsioni fatte dall’assessore Lorenzo Perra nel 2016.

Rimessi i «vigilini» per la sosta, gli automobili­sti hanno anche ricomincia­to a pagare i parcheggi di competenza del Comune, incassando così 2 milioni in più rispetto all’anno scorso (di fatto, incassando tout court: nel 2016 erano solo 400 mila euro). Un milione in più di quanto previsto è arrivato dai biglietti dei musei comunali, un altro milione della Firenze card (il biglietto integrato con quelli statali), tre milioni dall’imposta di soggiorno (tutti dati riferiti al boom del turismo in città). Dal recupero dell’evasione Cosap sono arrivati 2,7 milioni, mentre rispetto ai 56 milioni di multe da Codice della strada, ne sono state accertate «solo» 55.249.993, 750 mila euro circa in meno.

Anche grazie a queste fonti ulteriori, il bilancio di previsione del Comune di Firenze, approvato in giunta (ora passa in consiglio) lascia spazi di manovra importanti, sostiene l’assessore Perra. «Il rendiconto 2017 evidenzia lo stato di salute del bilancio del Comune, che ha assicurato servizi e investimen­ti senza aumentare le tasse o le tariffe dei servizi individual­i, riuscendo a garantire tutti i servizi e tutti gli investimen­ti necessari allo sviluppo della città. Continuiam­o a impegnarci nella lotta all’evasione, che anche nel 2017 ha portato importanti risultati» ha affermato presentand­o i conti elaborati dalla sua direzione. Ma a cosa servono questi soldi?

Dei 568 milioni di spesa corrente «ridotte di 9 milioni rispetto all’anno precedente quando furono 577 milioni di euro», dice Perra, il 29% di queste sono servite «per le spese del personale dipendente mentre il 59% per l’acquisto di beni e servizi».

Anche gli investimen­ti, allentata la stretta del Patto di stabilità nel 2016, sono via via aumentati. «Le spese impegnate sono state 135 milioni di euro, investimen­ti che sono cresciuti rispetto all’anno precedente di 30 milioni (il 28% rispetto al 2016 e il 145% rispetto al 2014)», spiegano i tecnici.

Un controllo stretto sui fondi da accantonar­e per la riscossion­e delle imposte ma anche sulla cassa che ha consentito «di pagare i fornitori dei Comuni con standard migliori di quelli nazionali. In Italia gli enti locali, dai dati del ministero, pagano con una media di 13 giorni superiore a quella di legge. Noi paghiamo con 14 giorni di anticipo rispetto a questa media» spiega Perra, che poi ricorda, come ogni anno, che le tasse non sono aumentate «e questo significa che chi ha redditi fino a 25 mila euro è esentato, e chi è sotto ai 36 mila euro paga l’addizional­e più bassa d’Italia tra i Comuni capoluogo: solo 7,2 euro» conclude Perra.

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Lorenzo Perra, assessore al bilancio del Comune di Firenze
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