Corriere Fiorentino

La tramvia, i pali, le batterie Cosa ne pensano i fiorentini

- Antonella Brogi

Gentilissi­mo direttore, a proposito del caso dei pali che deturpano piazza Stazione, volevo osservare che le tramvie con alimentazi­one da terra sono operative da moltissimi anni. A tale proposito la invito a dare un occhiata alle immagini con cui un leader mondiale nella costruzion­e di tramvie (Alstom) celebrava nel 2013, in occasione dell’inaugurazi­one di una nuova tramvia, i dieci anni della tecnologia senza cavi aerei. Daniele Benini

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Caro direttore, le scrivo per manifestar­e il mio totale sostegno alle posizioni espresse da Ginevra Cerrina Feroni, nel suo intervento di oggi (venerdì, ndr) e in quelli già pubblicati sul Corriere Fiorentino, sullo scempio della tramvia alla stazione di Firenze. Spero che la cosa non finisca qui e che le proteste siano ascoltate. Mi metto fin d’ora a disposizio­ne per tutte le iniziative che saranno prese a tal fine. Giovanna Lori Geddes da Filicaia ***

Caro direttore, in Norvegia ci sono i traghetti alimentati con batterie ricaricabi­li. Bisognava pensarci prima, ma i nostri amministra­tori non sono né lungimiran­ti né rispettosi per la società civile. Lettera firmata

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Caro direttore, le invio questa lettera che ho spedito anche al sindaco Nardella. Sono una cittadina della provincia di Firenze perdutamen­te innamorata di questa città. Ed è per questo che una delle cose che faccio con grande piacere è dedicarmi alla visita delle sue bellezze. E sabato scorso avevo appunto organizzat­o, con mio marito ed una coppia di amici, un pomeriggio da dedica- re (ancora una volta) alla visita degli Uffizi ed alla collezione Casamonti. Avevamo anche deciso di farlo insieme ad una bravissima guida turistica che conosciamo da anni e dalla quale ci facciamo accompagna­re quando sentiamo il desiderio di fare le nostre visite con la dovuta attenzione. Se pur cinquanten­ni siamo scesi dalla tramvia con quell’eccitazion­e e quell’emozione che solitament­e caratteriz­za l’età adolescenz­iale quando si sta per concretizz­are un desiderio atteso e preparato con premura. Arrivati alla Stazione il nostro stato d’animo predispost­o da giorni all’ammirazion­e del bello è stato scosso minacciosa­mente dalla foresta di pali che ha invaso la piazza… Comunque tre ore trascorse immersi nell’essenza del genio umano e nella più alta rappresent­azione della bellezza in compagnia di chi con competenza e passione può farti vivere dentro l’arte, ci ha fatto dimenticar­e il primo impatto con la città di quel giorno. Momentanea­mente però. All’uscita del museo abbiamo ritrovato quel (permanente, ormai) muro che a mio avviso appare come un orribile monumento all’assoluta mancanza di rispetto del luogo che ha alle spalle. Mi domando, signor sindaco, come una persona come lei che ha una visibilità internazio­nale, visto la città che rappresent­a e sicurament­e una sensibilit­à particolar­e per l’arte, dato che prima ancora che essere un amministra­tore della cosa pubblica è un musicista, come può appunto «giocarsi la propria faccia» e consentire che le migliaia di turisti che passano dallo nostra città constatino uno stridente contrasto tra gli Illustri Artisti, nostri antenati che hanno dato un contributo ineguaglia­bile, indiscutib­ile, indispensa­bile alla cultura ed all’arte dell’umanità e coloro che quella stessa città si trovano ad amministra­re oggi.

Tutto sommato ben poco, in confronto, avrebbero da fare se non conservare degnamente ciò che altri hanno lasciato. Caro sindaco, le auguro buon lavoro e qualche riflession­e.

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La tramvia senza fili di Bordeaux: è alimentata (da 15 anni) da terra

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