Da luglio in Palazzo Vecchio esposti anche i capolavori della collezione del Quirinale
Accordo triennale: da luglio esposti a rotazione nel Salone de’ Dugento insieme a quelli rimasti qui
È stata una lunga «battaglia» durata «quasi due anni» ma alla fine il sindaco Dario Nardella conferma che Firenze l’ha spuntata: i 20 arazzi medicei con le Storie di Giuseppe stanno per riunirsi grazie al ritorno a casa dei dieci appartenenti al Quirinale. E da luglio saranno di nuovo esposti, a rotazione, nel Salone de’ Dugento grazie all’intesa firmata lunedì da Ugo Zampetti per il Quirinale, Carla Di Francesco del Ministero dei beni culturali e da Nardella che due anni aveva annunciato la buona riuscita dell’operazione e che ora commenta: «È una conquista importante non solo per Firenze, ma per la cultura italiana, voglio ringraziare a nome di tutta la città Mattarella, perché ha consentito che si realizzasse qualcosa che non avremmo mai immaginato». Sono un’opera unica nel suo genere, se considerata nel complesso: commissionati da Cosimo I de’ Medici mezzo millennio fa e tessuti sui disegni di Bronzino, Pontormo e Francesco Salviati, gli arazzi dal 1882 erano divisi metà a Firenze (di proprietà degli Uffizi) e metà a Roma. Una grande mostra nel Salone de’ Dugento tra il 2015 e il 2016 li aveva riuniti per la prima volta a seguito di un restauro durato 27 anni, sostenuto da Banca e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze con un milione e 100 mila euro. «Siamo felici che il risultato di questo lavoro possa essere apprezzato in maniera permanente a Firenze», ha detto il presidente della Fondazione Cr Umberto Tombari. «Non è stato semplice piegare le resistenze del Quirinale — racconta il capo di gabinetto di Palazzo Vecchio Manuele Braghero che ha portato avanti le trattative — È stata proprio la bellezza dell’esposizione, insieme alla campagna del Corriere Fiorentino, ad aprire un varco. È stata una vittoria della bellezza, ha colpito al cuore». Fin da subito si levò la richiesta di porre fine alla separazione: il presidente degli Angeli del Bello Giorgio Moretti sostenuto dal Corriere Fiorentino lanciò una petizione arrivata a 3 mila firme per trattenere a Firenze anche i dieci portati a Roma da Vittorio Emanuele II. Anche Livio Fani degli Amici dei Musei e la senatrice Rosa Maria Di Giorgi si prodigarono in appelli. «Adesso siamo arrivati a un accordo per tre anni, rinnovabili, per averli tutti qui entro pochi mesi ed esporli 4 o 5 alla volta». La nuova esposizione estiva «entrerà a far parte del percorso museale di Palazzo Vecchio — aggiunge il sindaco — per consentire ai visitatori di ammirare la loro bellezza nel contesto per cui furono realizzati». In casi eccezionali potranno essere espositi tutti contemporaneamente sia a Firenze che a Roma, mentre normalmente verranno alternati: un ciclo di riposo nella sala dell’Opificio delle Pietre Dure all’ultimo piano di Palazzo Vecchio è necessario per evitare che si rovinino. Ora occorre stabilire l’ordine di esposizione. «L’ipotesi più probabile — spiega l’architetto Giorgio Caselli del Comune — è che si mantenga il senso narrativo partendo da Il sogno dei manipoli, Giuseppe racconta il sogno del sole della luna e delle stelle, Vendita di Giuseppe, tutti e tre del Bronzino, Lamento di Giacobbe ed eventualmente Giuseppe fugge dalla moglie di Putifarre del Pontormo. I primi due appartengono alla collezione fiorentina. Gli altri tre a quella romana.
Riconoscenza
Nardella: «Una conquista importante Diciamo grazie a Mattarella»
Determinazione
La campagna degli Angeli del Bello, il sostegno del «Corriere Fiorentino»