Rossi: per lui una via a Grosseto? Ci scrivano: fascista
Rossi contro la scelta del sindaco di Grosseto. Parrini: «Bullismo accostarlo a Berlinguer»
Due strade che corrono GROSSETO verso una storica riconciliazione. O forse no? L’idea dell’amministrazione comunale di Grosseto, targata centrodestra, di dedicare due strade che confluiscono nella futura piazza della Pacificazione Nazionale a Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante, alla sinistra proprio non va giù. Che il segretario del Partito Comunista possa far pace con quello del Movimento Sociale è un’idea che convince pochi. E ad attaccare in modo beffardo la giunta di Antonfrancesco Vivarelli Colonna è il governatore toscano Enrico Rossi (Liberi e Uguali): una strada per Almirante? Sì, ma «chiedo che sotto il suo nome sia scritto “fascista”».
Rossi su Facebook pubblica un’immagine di un manifesto del 1944 sotto la Repubblica di Salò: fu proprio il futuro segretario dell’Msi, all’epoca capo di gabinetto nel governo golpista di Mussolini, a emanare un editto, diffuso dalla prefettura di Grosseto alla popolazione, in cui si minacciava la fucilazione degli «sbandati» renitenti alla leva che non si fossero arruolati per le forze nazifasciste. La mozione della maggioranza di centrodestra, approvata lunedì, ha visto l’astensione dei Cinque Stelle e il voto contrario della sinistra, ma anche dell’unico consigliere legato a CasaPound. Il quale, di converso, ha detto di no per contestare l’intitolazione di una strada al comunista Berlinguer.
Ma che i due esponenti politici possano essere messi sullo stesso piano proprio non va giù al senatore Pd Dario Parrini: «Accostare Almirante a Berlinguer, dirigente di un partito cofondatore della Repubblica italiana nata dalla sconfitta del regime fascista di cui Almirante faceva parte, è una vergogna colossale — attacca — L’escamotage della “pacificazione nazionale” fa cadere le braccia. Siamo di fronte a un bullismo dedicatorio, una pagliacciata locale». Parrini se la prende anche col gran rifiuto dei Cinque Stelle: «Sul M5S che sceglie di non partecipare al voto è meglio stendere un velo pietoso. Sono astuzie deprimenti». Anche Leonardo Marras, capogruppo Pd in Consiglio regionale ed ex sindaco della vicina Roccastrada, va su tutte le furie. E la butta sul fascismo del terzo millennio, puntando l’indice contro «la maggioranza grossetana che ha messo in scena un altro, l’ennesimo, pietoso teatrino come una corsa a chi è più autenticamente fascista contemporaneo».