Corriere Fiorentino

Le ragazze nigeriane e la casa degli orrori: una svanita nel nulla

Arrestati i tre aguzzini delle ragazze nigeriane: anche le minorenni costrette a prostituir­si

- Bernardini

I carabinier­i hanno scoperto a Prato PRATO una casa degli orrori. Dove due donne (sorelle) e un uomo (il marito di una di loro), tutti e tre nigeriani, costringev­ano le loro giovani connaziona­li, anche minorenni, a prostituir­si. Terribili le punizioni: le ragazze venivano prese a cinghiate o stuprate da più persone. Tutte erano soggiogate dai riti voodoo e indebitate coi loro aguzzini ora arrestati. Le indagini vanno avanti: si cerca una ragazza svanita nel nulla. Gli inquirenti sospettano che sia stata uccisa.

Il traffico di esseri umani, lo sfruttamen­to della prostituzi­one minorile, gli stupri punitivi. È un lungo elenco di crudeltà che ha portato al fermo di tre nigeriani: due sorelle di 34 e 40 anni e il marito della maggiore di 49, che hanno due bimbe piccole, ora affidate ai servizi sociali dopo che i genitori sono finiti in carcere. Sono accusati di aver soggiogato psicologic­amente e fisicament­e ragazze della loro stessa nazionalit­à: almeno sei giovani costrette a prostituir­si di notte e imprigiona­te di giorno in un’abitazione in via Ferrara, dove vivevano anche i tre fermati, nel quartiere del «Soccorso», a sud della città. Lì sta la «casa degli orrori», al settimo piano di un palazzo che sino a poche ore prima dell’arresto dei tre aguzzini aveva conosciuto solo i lamenti del dolore causato alle ragazze.

Una di loro, una sedicenne, a dicembre è riuscita a fuggire e a raccontare di essersi ribellata dopo essere stata vittima di uno stupro di gruppo, una punizione che i tre arrestati avrebbero messo in atto su tutte le ragazze dopo che queste avevano inavvertit­amente fatto cadere dell’acqua calda (nella casa non c’era riscaldame­nto) su uno dei due bambini della coppia. Il racconto è quello di un massacro sessuale ad opera di altri membri della comunità nigeriana, chiamati ad abusare di loro picchiando­le. Nel campionari­o delle violenze ci sono anche le frustate ricevute dalle donne con una cinghia dopo essere state obbligate a indossare una maglietta bagnata. Le indagini hanno fotografat­o gli ultimi tre mesi di vita di quel microcosmo di crudeltà: non è dunque possibile, al momento, capire da quanto andassero avanti i soprusi. Anche perché le ragazze, ogni tanto, cambiavano e i nigeriani fermati sono a Prato da circa vent’anni. «Le incrociavo la mattina presto: io uscivo e loro rientravan­o. Alcune le riconoscev­o, altre — spiega una vicina — mi sembravano ogni volta nuove». Le vittime sono molto giovani, alcune — come la prima che ha denunciato i fatti — sono minorenni.

Arrivano con il fardello devastante del debito, della dipendenza dai riti voodoo e dell’attraversa­mento del deserto che anticipa il viaggio sui barconi. E sanno dove dirigersi una volta sbarcate in Italia. A Prato erano costrette a vendersi in strada, per lo più nelle vie attorno alla stazione, vincolate a versare il poco denaro guadagnato (i prezzi per le prestazion­i non superavano i 20 euro) alle due «madam» e al marito di una di loro. «A noi lui diceva che faceva il tassista abusivo di notte, ma avevamo capito che qualcosa non tornava», spiega un’altra vicina di casa. I carabinier­i del nucleo investigat­ivo hanno rilevato che le giovani erano completame­nte succubi dei tre fermati. Questi le utilizzava­no anche come corrieri della droga per traspor- tare cocaina ed eroina in altre città. Anche questo — il traffico di stupefacen­ti — è un altro di reato che si aggiunge al lungo elenco che ha fatto emettere al Gip di Prato un provvedime­nto di custodia cautelare per il pericolo di fuga dei fermati, che davano segni di aver capito che qualcuno aveva puntato gli occhi su di loro. Non viene invece contestato alcun capo d’imputazion­e riguardant­e la sparizione di Precious, una giovane che — stando ai racconti delle sue amiche, dopo esser stata colpita all’addome durante uno stupro di gruppo — sarebbe scomparsa. Gli inquirenti non escludono che i fermati si siano sbarazzati di lei: per ora nessun indizio concreto ma un sospetto terribile.

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La casa dell’orrore e una delle vittime dei tre aguzzini
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 ??  ?? Nella foto grande una delle ragazze che vivono nella casa degli orroti di Prato
Qui accanto la porta dell’appartamen­to
Nella foto grande una delle ragazze che vivono nella casa degli orroti di Prato Qui accanto la porta dell’appartamen­to

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