Corriere Fiorentino

I Cinque Stelle vanno a due velocità

Nella regione sono il secondo partito, ma a Firenze, Pisa e Prato ancora non sfondano

- di Marzio Fatucchi

Dalla costa alle periferie delle province. L’espansione del voto al M5S, dal 2013 ad oggi, avviene tramite canali che lo tengono però lontano dal «centro», almeno quello geografico, della Toscana. «Il M5S appare piuttosto omogeneo, con una percentual­e più bassa nelle tre città maggiori (Firenze, Prato, Pisa, ndr)», sentenzia l’Osservator­io elettorale della Regione Toscana che però, già due anni fa aveva capito che dietro i risultati positivi c’ erano «tracce di cambiament­i della cultura politica, causati dalle trasformaz­ioni culturali e socio-economiche». Insomma, se le vittorie (le uniche due, finora) dei grillini in Toscana, nei Comuni di Livorno e Carrara, sono avvenute nella crisi e per la crisi economica di quei territori, il futuro del successo elettorale o meno del movimento non è legato solo alla protesta sociale.

«Guardate i tempi — spiega il sindaco Filippo Nogarin, che ha conquistat­o Livorno per il M5S nel 2014 — da allora di cose ne sono successe. Noi ci siamo ancora, anche con le nostre

proposte amministra­tive: possono giudicarle come vogliono, ma c’era chi voleva privatizza­re, invece stiamo facendo dei gioielli amministra­tivi con le nostre partecipat­e». Non la pensano così gli avversari: ma la pensano invece così i vertici del M5S che hanno portato gli esempi livornesi come «modelli di buone pratiche» a livello nazionale. Il M5S resta forte sulla costa, soprattutt­o nel nord (in molti Comuni sopra al 30%). «Siamo la prima forza politica in tre province toscane, Massa-Carrara, Grosseto e Lucca, e in numerosi Comuni toscani» scrissero i Cinque Stelle subito dopo il voto.

Ora Giacomo Giannarell­i, consiglier­e regionale e coordinato­re della campagna elettorale, commenta: «I segnali sono positivi: non sfondiamo ancora ovunque ma siamo in crescita. Siamo la seconda forza politica nella provincia di Lucca, nell’entroterra toscano». Ma ammette: «Per Prato e Firenze occorre più tempo. Raccogliam­o dove seminiamo bene. Ogni anno eleggiamo più consiglier­i, un percorso naturale che porterà consensi. E non siamo più solo voto di protesta, avete visto la risposta degli imprendito­ri quando venne Luigi Di Maio a Firenze in campagna elettorale?», ricorda Giannarell­i, che sostiene che «pur nella differenza di posizioni (leggi grandi opere ndr) c’è rispetto». I dati certifican­o una omogeneità della presen- za del movimento anche in Toscana, dove ha ottenuto complessiv­amente il 24,7%. Ma alle prossime Amministra­tive non si presenterà in tutti i Comuni: le «regole» del M5S prevedono che, dove ci sia un meetup, il gruppo può chiedere la «certificaz­ione a Milano», cioè allo staff della Piattaform­a Rousseau. Solo con questo «bollino» si può usare il simbolo del partito: e i meetup in Toscana sono un centinaio (a fronte di 274 Comuni).

Più sono forti e più radicati i meetup, più è facile per il M5S prepararsi alle Amministra­tive: a Massa la candidata è stata scelta a gennaio, Luana Mencarelli. A Siena ci è voluto più tempo ma è stato indicato Luca Furiozzi. A Pisa invece ci sono due meetup ed entrambi hanno chiesto la certificaz­ione. Sembra però che la situazione si sia fermata, i due gruppi (descritti come uno di sinistra, l’altro di destra, ma nel movimento si nega) stanno provando a cercare una sintesi. Vecchia politica? «È bene che le dinamiche partano dal basso, non ci sarà intervento dall’alto. Se le cose sono mature, si raccoglier­à cosa si è seminato» spiega Giannarell­i.

Le due vittorie di Livorno (2014) e Carrara (2017), entrambe al ballottagg­io, sono state contro candidati del Pd, con buona parte degli elettori del centrodest­ra a sostenere i grillini al secondo turno nella logica di «strappo» rispetto ad amministra­zioni dello stesso colore per decenni. Ora che il quadro politico nazionale è cambiato, e il M5S punta a dialogare con Salvini&Co, cambierann­o le dinamiche del secondo turno? I flussi elettorali indicano che in realtà, ormai, il competitor del M5S, nel voto di protesta, è proprio la Lega. Lo è nel sud della Toscana, dove il M5S pensava di sfondare. Lo è a Pisa, ma anche e soprattutt­o nel centro della Toscana. «Senza le coalizioni la Toscana avrebbe un’unica alternativ­a credibile all’attuale maggioranz­a regionale: il M5S», scrissero l i Pentastell­ati dopo le Politiche. Ma come si vede a Roma, con la formazione del governo, le coalizione esistono ed esiste il confronto politico. E fino a che il M5S non supera il 40%, soglia prevista per la vittoria al primo turno alle Regionali, non potrà governare da solo la Toscana.

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 ??  ?? Luigi Di Maio ad Arezzo per un’iniziativa elettorale nel gennaio scorso
Luigi Di Maio ad Arezzo per un’iniziativa elettorale nel gennaio scorso
 ??  ?? Francesco De Pasquale, sindaco di Carrara dal 2017
Francesco De Pasquale, sindaco di Carrara dal 2017
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Giacomo Giannarell­i, consiglier­e regionale

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