Il compromesso: sciogliere l’intreccio e ridurre l’impatto
La terza possibilità per alleggerire l’impatto visivo della selva di pali e della ragnatela di fili alla stazione è quello già usato per la linea 1 a Porta al Prato. Un lavoro «di fino», verrebbe da dire: una verifica tecnica della possibilità di diminuire il numero dei pali, spostandoli il più possibili dalle prospettive paesaggistiche del luogo, valutando anche il colore degli stessi per ottenere lo stesso effetto. A Porta al Prato l’intervento fu fatto dall’allora soprintendente Paola Grifoni assieme al vicesindaco Giuseppe Matulli ed all’ingegnere Giovanni Mantovani. La prima verificò l’effetto visivo, il terzo controllò che gli impianti ridotti fossero compatibili dal punto di vista dell’esigenza di energia e della sicurezza. Un intervento del genere però dovrebbe tenere conto di un elemento che complica le scelte: alla stazione, le linee 2 e 3 si intersecano (obbligatorio, dopo aver deciso di non passare dal Duomo), con una serie di scambi la cui posizione è stata peraltro cambiata, nel corso del tempo, in base ai ritrovamenti archeologici e che complica lo spostamento. Anche in questo caso, c’è da dimostrare alla Corte dei conti il senso di aver speso soldi per dei pali che poi vengono tolti. Inoltre, per il periodo in cui si cambiano i pali ed i fili, in quella zona la tramvia non potrà girare facilmente.