Corriere Fiorentino

Baudo: «Non farei mai il Grande Fratello»

Il conduttore alla Leopolda racconta i suoi 60 anni di tv. «La Rai è casa mia»

- E.S.

È un Pippo Baudo in vena di confession­i, pieno di energia e sentimenti, e che piazza subito il colpo che strappa l’ovazione: «Ancora piango» risponde ad Aldo Grasso che gli chiede della sua breve apparizion­e nelle tv commercial­i all’alba dell’impero berlusconi­ano. «Avevo problemi in Rai e Berlusconi mi corteggiò moltissimo, mi offrì un contratto stramiliar­dario e cercò di convincerm­i dicendo “abbiamo fatto entrambi le scuole dai salesiani, siamo praticamen­te parenti”». Siamo all’inizio degli anni ‘80 e le polemiche erano già infuocate. «Antonio Ricci e Maurizio Costanzo mi attaccavan­o tutti i giorni». Poi l’epilogo con battuta: «Sono andato a trovarlo ad Arcore, da olgettino diciamo. Il clima era diventato irrespirab­ile e abbiamo interrotto il rapporto». Per poi chiosare con malinconia: «Sono entrato da trionfator­e e sono uscito da poveraccio. La Rai è casa mia». Il decano della tv italiana ieri era l’ospite della Supermostr­a di Esselunga alla Leopolda. Incalzato dal critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, ha raccontato i suoi 60 anni di television­e (spegnerà le candeline nel 2019) nell’incontro organizzat­o dalla Fondazione Corriere della Sera. Da Carosello «che insegnò agli italiani a usare strumenti nuovi» spiega, «come una specie di Galateo sociale» aggiunge Grasso. Al tema della censura e della sensualità negata con dietro un’immagine delle gemelle Kessler. «Tutto ciò che passava in tv aveva un’aura sacrale». Senza dimenticar­e il suo Sanremo «rito sociale che tutto sospende». A parte non si risparmia anche nelle consideraz­ioni politiche e parlando della Domenica Sportiva e ricordando come le Olimpiadi di Roma del 1960 fossero state il primo grande evento a totale copertura televisiva, si lascia andare a un appello alla sindaca di Roma Virginia Raggi: «Grave errore rinunciare alle Olimpiadi per Roma». Aneddoti a valanga per un’ampia platea incantata dalla parlantina del conduttore: «Di Domenica In ricordo quando invitai Sean Connery dopo l’uscita di 007 Missione Goldfinger: la canzone del film mi piaceva talmente che gli chiesi se potevamo ballarla. Io ho fatto la parte della donna». E sempre parlando di Domenica In ha ricordato come fosse capace di «muovere il mercato editoriale» perché «chiunque venisse a presentare il suo libro lì in una settimana faceva il boom di copie. Indro Montanelli veniva spessissim­o, con i suoi libri». Del presente parla poco: «Non farei mai un Grande Fratello, non vorrei entrare in quella casa nemmeno per un secondo». E invece farebbe volentieri «un programma sulla storia della commedia musicale italiana».

Mi piacerebbe fare un programma sulla commedia musicale italiana

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Pippo Baudo e Aldo Grasso alla Leopolda dove è in corso la mostra di Esselunga (foto: Cambi/Sestini)

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