I proprietari della farmacia si presentano al quartiere: «Eccoci, siamo fiorentini»
Scontro con gli abitanti del quartiere. «La farmacia può restare, ma paghi di più»
Fuoco e fiamme. Urla e minacce. Il destino della Farmacia Pitti scalda gli animi e la discussione nel Consiglio del Quartiere 1 — che ieri sera si è tenuto nell’oratorio San Filippo Neri, in via delle Caldaie — aperto a tutta la cittadinanza. Il clima si fa incandescente quando, dopo alcuni residenti, il presidente Maurizio Sguanci dà la parola a Giovanni Cecchini uno dei soci di «Palazzo San Felice Srl», la società che ha acquistato lo stabile al civico 4 per trasformarlo in una residenza di lusso.
Cecchini — che ha avuto un acceso scambio di battute con il consigliere di Forza Italia, Alessandro Delfino — chiarisce che «il gruppo è formato tutto da fiorentini. Così come sono fiorentini quelli che facciamo lavorare. Certo, abbiamo fatto un investimento, e capisco chi ha paura che questo quartiere, dove anche sono vivo, perda la sua identità, il suo dna. Ma non siamo immobiliaristi, se lo fossimo stati non avremmo comperato l’edificio della farmacia ma quello accanto, quello del Demanio. Sono qui perché voglio dirvi una cosa: pensateci bene quando partite con le petizioni perché forse fate del bene a qualcuno ma poi fate anche del male a tanti altri. Quando abbiamo proceduto all’acquisto della palazzina eravamo a conoscenza dei vincoli, ne abbiamo chiesto semplicemente una correzione o una modifica del vincolo e non la loro cancellazione».
Il socio della Palazzo San Felice Srl durante il Consiglio aperto spiega inoltre che la permanenza in quei locali della Farmacia Pitti non è in discussione «ma bisogna trattare. Punto e basta. Perché non possiamo accettare che il contratto d’affitto sia di 23 anni fa e che l’attuale titolare Piero Piacenti (che era presente in sala, ndr) paghi 950 euro. Nessuno vuole sfrattare nessuno. La Farmacia Pitti rimane lì adesso e in futuro ma deve adeguarsi a questi tempi e agli affitti attuali». Al termine della seduta i comitati nati spontaneamente in Santo Spirito e San Frediano hanno consegnato nelle mani di Sguanci le 4.500 firme della petizione pro farmacia raccolte in due mesi nella chiesa di San Felice in Piazza, nelle attività commerciali del rione e sul web. «Sono nata e cresciuta in centro — lo sfogo di Maria, una residente, prima di tornare a casa — da 42 anni vivo in Oltrarno e vorrei anche morirci. Ma sono in affitto e spero sempre che non mi caccino per fare posto ai turisti...».