Corriere Fiorentino

I proprietar­i della farmacia si presentano al quartiere: «Eccoci, siamo fiorentini»

Scontro con gli abitanti del quartiere. «La farmacia può restare, ma paghi di più»

- di Antonio Passanese

Fuoco e fiamme. Urla e minacce. Il destino della Farmacia Pitti scalda gli animi e la discussion­e nel Consiglio del Quartiere 1 — che ieri sera si è tenuto nell’oratorio San Filippo Neri, in via delle Caldaie — aperto a tutta la cittadinan­za. Il clima si fa incandesce­nte quando, dopo alcuni residenti, il presidente Maurizio Sguanci dà la parola a Giovanni Cecchini uno dei soci di «Palazzo San Felice Srl», la società che ha acquistato lo stabile al civico 4 per trasformar­lo in una residenza di lusso.

Cecchini — che ha avuto un acceso scambio di battute con il consiglier­e di Forza Italia, Alessandro Delfino — chiarisce che «il gruppo è formato tutto da fiorentini. Così come sono fiorentini quelli che facciamo lavorare. Certo, abbiamo fatto un investimen­to, e capisco chi ha paura che questo quartiere, dove anche sono vivo, perda la sua identità, il suo dna. Ma non siamo immobiliar­isti, se lo fossimo stati non avremmo comperato l’edificio della farmacia ma quello accanto, quello del Demanio. Sono qui perché voglio dirvi una cosa: pensateci bene quando partite con le petizioni perché forse fate del bene a qualcuno ma poi fate anche del male a tanti altri. Quando abbiamo proceduto all’acquisto della palazzina eravamo a conoscenza dei vincoli, ne abbiamo chiesto sempliceme­nte una correzione o una modifica del vincolo e non la loro cancellazi­one».

Il socio della Palazzo San Felice Srl durante il Consiglio aperto spiega inoltre che la permanenza in quei locali della Farmacia Pitti non è in discussion­e «ma bisogna trattare. Punto e basta. Perché non possiamo accettare che il contratto d’affitto sia di 23 anni fa e che l’attuale titolare Piero Piacenti (che era presente in sala, ndr) paghi 950 euro. Nessuno vuole sfrattare nessuno. La Farmacia Pitti rimane lì adesso e in futuro ma deve adeguarsi a questi tempi e agli affitti attuali». Al termine della seduta i comitati nati spontaneam­ente in Santo Spirito e San Frediano hanno consegnato nelle mani di Sguanci le 4.500 firme della petizione pro farmacia raccolte in due mesi nella chiesa di San Felice in Piazza, nelle attività commercial­i del rione e sul web. «Sono nata e cresciuta in centro — lo sfogo di Maria, una residente, prima di tornare a casa — da 42 anni vivo in Oltrarno e vorrei anche morirci. Ma sono in affitto e spero sempre che non mi caccino per fare posto ai turisti...».

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Giovanni Cecchini, uno dei soci di «Palazzo San Felice Srl» mentre parla ai residenti durante il consiglio del Quartiere 1

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