Et voilà, Jordan
La sua tripletta contro la Lazio è un manifesto: il francese segna quanto un bomber Ed è ovunque
Come si dice «todocampista» in francese? Cercatelo pure, nel dizionario del pallone. Non lo troverete. C’è la versione italiana (tuttocampista) e, appunto, quella originale. Del resto, nasce tutto da lì. La Spagna. Patria di giocatori capaci di coprire ogni zona del campo. Difesa, centrocampo, attacco. Recupero palla, impostazione, assist, gol. Avete presente Nainggolan? Oggi, forse, è lui l’esempio migliore. Qualità, e quantità. Non a caso, già da qualche tempo, va di moda un paragone. «Veretout è come il Ninja», dicevano in molti. «Esagerati», rispondeva qualcuno. Lui ha parlato sul campo. Fin dalla prima (abbagliante) apparizione. Era agosto. Si giocava a San Siro, e contro l’Inter il francese colpì il palo con un destro da spavento. Qualche giorno dopo, al Bernabeu (amichevole col Real Madrid) la stessa storia. Con finale diverso. Botta da fuori, e gol. Indizi che molto presto si son trasformati in prova, e la tripletta alla Lazio è servita per arrivare a sentenza. Otto reti in campionato. Dieci, in stagione, contando i due in Coppa Italia.
Oggi Veretout (al pari di Simeone) è il capocannoniere della Fiorentina. Solo che uno fa il centravanti. L’altro, il centrocampista. Gol, ma non solo. Jordan rincorre, raddoppia, pressa, alza il baricentro della squadra. Quella dell’altra sera è stata una prestazione manifesto. In pratica, il francese ha condensato se stesso in 90’. Prima di tutto la precisione: tre tiri, tre gol. Del resto, la concretezza è una sua specialità. In totale, in questo campionato, Veretout ha calciato 45 volte verso la porta. Significa che trova il gol ogni 5,6 tentativi. Nessuno, tra i centrocampisti della Serie A, fa meglio di lui. Luis Alberto, che di reti ne ha fatte 11, ha bisogno di 6,7 tentativi in media prima di poter esultare. E poi ancora. Mercoledì Jordan ha recuperato 4 palloni (soltanto Caceres e Dabo, 5, lo hanno superato), ha subito 3 falli (Felipe Anderson, con 4, il più tartassato), ha corso per 11,4 km (peggio soltanto di Dabo, Milinkovic-Savic, Biraghi e Lucas Leiva) e ha tenuto una velocità media (negli sprint) di 30,88 km/h. Un velocista come Chiesa, giusto per fare un paragone, è arrivato a quota 33,11. Non troppo di più. Ma quello che colpisce è la sua «Heat Map»: il grafico che mostra le zone di campo coperte. Contro la Lazio il francese era dappertutto. Ovvio che un giocatore così sia destinato a far parlare di sé. Anche sul mercato. In Francia, per esempio, son sicuri che il Lione sia pronto a mettere sul tavolo 20 milioni. E anche in Premier gli estimatori non mancano. «È difficile prevedere il futuro — ha detto ieri il suo procuratore Fabrice Picot a Firenzeviola.it — di certo tra le sue ambizioni ci sono la Champions e la Nazionale. Per lui, comunque, Firenze è un posto speciale».
E speciale è lui per Pioli. E per il club. Per questo non è da escludere che a fine stagione Corvino si sieda al tavolo con l’agente del francese per discutere di un adeguamento. Veretout, oggi, ha un contratto fino 2021, e un ingaggio da 800.000 euro. Troppo pochi, forse, per uno così. Uno che, nel giro di qualche mese, ha cancellato il ricordo di Vecino o Borja Valero. Zero rimpianti. Ora, è lui il capopopolo.