Corriere Fiorentino

Et voilà, Jordan

La sua tripletta contro la Lazio è un manifesto: il francese segna quanto un bomber Ed è ovunque

- Matteo Magrini

Come si dice «todocampis­ta» in francese? Cercatelo pure, nel dizionario del pallone. Non lo troverete. C’è la versione italiana (tuttocampi­sta) e, appunto, quella originale. Del resto, nasce tutto da lì. La Spagna. Patria di giocatori capaci di coprire ogni zona del campo. Difesa, centrocamp­o, attacco. Recupero palla, impostazio­ne, assist, gol. Avete presente Nainggolan? Oggi, forse, è lui l’esempio migliore. Qualità, e quantità. Non a caso, già da qualche tempo, va di moda un paragone. «Veretout è come il Ninja», dicevano in molti. «Esagerati», rispondeva qualcuno. Lui ha parlato sul campo. Fin dalla prima (abbagliant­e) apparizion­e. Era agosto. Si giocava a San Siro, e contro l’Inter il francese colpì il palo con un destro da spavento. Qualche giorno dopo, al Bernabeu (amichevole col Real Madrid) la stessa storia. Con finale diverso. Botta da fuori, e gol. Indizi che molto presto si son trasformat­i in prova, e la tripletta alla Lazio è servita per arrivare a sentenza. Otto reti in campionato. Dieci, in stagione, contando i due in Coppa Italia.

Oggi Veretout (al pari di Simeone) è il capocannon­iere della Fiorentina. Solo che uno fa il centravant­i. L’altro, il centrocamp­ista. Gol, ma non solo. Jordan rincorre, raddoppia, pressa, alza il baricentro della squadra. Quella dell’altra sera è stata una prestazion­e manifesto. In pratica, il francese ha condensato se stesso in 90’. Prima di tutto la precisione: tre tiri, tre gol. Del resto, la concretezz­a è una sua specialità. In totale, in questo campionato, Veretout ha calciato 45 volte verso la porta. Significa che trova il gol ogni 5,6 tentativi. Nessuno, tra i centrocamp­isti della Serie A, fa meglio di lui. Luis Alberto, che di reti ne ha fatte 11, ha bisogno di 6,7 tentativi in media prima di poter esultare. E poi ancora. Mercoledì Jordan ha recuperato 4 palloni (soltanto Caceres e Dabo, 5, lo hanno superato), ha subito 3 falli (Felipe Anderson, con 4, il più tartassato), ha corso per 11,4 km (peggio soltanto di Dabo, Milinkovic-Savic, Biraghi e Lucas Leiva) e ha tenuto una velocità media (negli sprint) di 30,88 km/h. Un velocista come Chiesa, giusto per fare un paragone, è arrivato a quota 33,11. Non troppo di più. Ma quello che colpisce è la sua «Heat Map»: il grafico che mostra le zone di campo coperte. Contro la Lazio il francese era dappertutt­o. Ovvio che un giocatore così sia destinato a far parlare di sé. Anche sul mercato. In Francia, per esempio, son sicuri che il Lione sia pronto a mettere sul tavolo 20 milioni. E anche in Premier gli estimatori non mancano. «È difficile prevedere il futuro — ha detto ieri il suo procurator­e Fabrice Picot a Firenzevio­la.it — di certo tra le sue ambizioni ci sono la Champions e la Nazionale. Per lui, comunque, Firenze è un posto speciale».

E speciale è lui per Pioli. E per il club. Per questo non è da escludere che a fine stagione Corvino si sieda al tavolo con l’agente del francese per discutere di un adeguament­o. Veretout, oggi, ha un contratto fino 2021, e un ingaggio da 800.000 euro. Troppo pochi, forse, per uno così. Uno che, nel giro di qualche mese, ha cancellato il ricordo di Vecino o Borja Valero. Zero rimpianti. Ora, è lui il capopopolo.

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Stefano Pioli, allenatore della Fiorentina da quest’anno

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