Movida, ora Nardella frena i professori
Il sindaco: ma in quale quartiere dovrebbe traslocare?
«Bizzarra». Se di primo acchito la risposta di Dario Nardella all’appello di professori e intellettuali («Firenze non diventi Venezia»), lo aveva portato a invitare gli stessi in Palazzo Vecchio, il giorno dopo il sindaco mette le mani avanti. «La loro proposta — ha risposto a margine del quadrangolare benefico di calcio a 5 in ricordo di Idy Diene — di fare quartieri per la movida, è una proposta bizzarra, perché dovrebbero dire dove li vogliono fare, e poi dopo andare a parlare con i residenti di quei quartieri».
«Ho scritto loro che li incontrerò — ha continuato a spiegare — però oltre alle critiche bisogna che si facciano proposte circoscritte». Il sindaco contesta infatti il parallelo che hanno fatto nell’appello, cioè che Firenze rischi davvero di subire la stessa «turistizzazione» e svuotamento del centro che ha colpito Venezia, ormai talmente tanto affollata dai turisti che è stata costretta a mettere «tornelli di ingresso», gestiti dai vigili, per il loro ingresso in centro.
«È come mettere insieme le mele e le pere — ha aggiunto Nardella — sono due città completamente diverse che hanno problemi diversi, e soluzioni diverse. Noi a Firenze abbiamo fatto una battaglia e continuiamo a farla sulla storicità dei nostri negozi, sulla tutela delle nostre botteghe, sulla qualità del turismo portando flussi turistici anche fuori dalla città. Non credo — ha concluso il sindaco — che si possa fare come nel film “Non ci resta che piangere” con Troisi e Benigni, che davanti all’ingresso della città avevano le guardie che gli chiedevano un fiorino se no non potevano entrare».