Corriere Fiorentino

Nei luoghi nascosti con il «Corriere»: palazzo Budini Gattai

- di Daniela Cavini

Una preziosa scatola Belle Époque imballata in un elegante involucro tardo rinascimen­tale: già il nome — Palazzo Grifoni Budini Gattai domani aperto ai lettori del Corriere Fiorentino che si sono prenotati — evoca le contorsion­i storiche, i passaggi di mano. Ma è nel corpo di fabbrica che si nasconde il racconto del tempo, in quel capricorno appollaiat­o sull’ingresso, o nelle rotaie infilate nei muri al posto delle travi.

È il 1563, e Ugolino Grifoni – uomo di fiducia di Cosimo I dei Medici, e responsabi­le dello strategico Ospedale d’Altopascio – chiama Bartolomeo Ammannati per un incarico speciale: deve buttar giù una serie di case acquistate ai Ricci, e tirar su un palazzo che obbedisca alla Firenze ideale progettata dal Duca. La zona è ancora «periferica»: ma l’occhio lungo di Cosimo ha chiara la potenziali­tà della basilica mariana. Tre sono i lati già completi di piazza della Santissima Annunziata, iniziati 150 anni prima dal Brunellesc­hi. Un’armonia conquistat­a attraverso i secoli. Adesso manca il quarto lato, da sigillare con un palazzo d’angolo che cristalliz­zi il volto urbano della piazza più bella di Firenze. A gloria dei Grifoni ma anche — e soprattutt­o — dei loro padroni.

E l’Ammannati obbedisce: abbatte l’antica casa dei Ricci – quella dove era nata Santa Caterina – tira su muri, porte, architravi. In facciata posiziona il simbolo zodiacale del Capricorno e la vela con la tartaruga, il «festina lente», entrambi emblemi di Cosimo. Perché sia chiaro da dove soffia il vento che spinge la vela dei Grifoni. Passano i secoli, cambiano i salotti. Nell’800 alla stirpe del Grifo succedono i Riccardi, i Mannelli, gli Antinori; finché arrivano Leopoldo Gattai e il genero Francesco Budini, titolari di una ditta di costruzion­i impegnata a piene mani nell’edificazio­ne di Firenze (e poi Roma) capitale d’Italia. «Il palazzo costava 280.000 lire – racconta Francesco Budini Gattai – ma il mio bisnonno aveva fatto molti lavori per gli Antinori, e alla fine la spuntò per emblema dei Budini Gattai ergersi accanto allo stemma dei Ricci e dei Grifoni, ai piedi di un maestoso scalone venuto a rimpiazzar­e le stanze rinascimen­tali. È il 1892: il meglio delle maestranze fiorentine è ingaggiato in un’operazione dall’altissimo valore artistico. Ai pittori Augusto Burchi e Giulio Bargellini è assegnato il programma iconografi­co del quartiere nobile, il ciclo delle arti, delle virtù. Siamo in piena Belle Époque, periodo sazio di fiducia e ottimismo, con il mondo intento a danzare il can can e ubriacarsi di Art Nouveau. Su un pregiatiss­imo pavimento in cotto laccato, trovano posto contadini felici in una campagna fiorente: novella Arcadia ignara del Titanic dietro l’angolo. «È questo pavimento che dovevamo proteggere: ma come?». Costanza Caraffa dirige la fototeca del Kunsthisto­risches Institut (o Kunst), stazione di ricerca sulla Storia dell’Arte targata Max Planck, fra le più prestigios­e del pianeta. Dopo anni di chiusura, nel 2009 è proprio il Kunst a portare nuova vita fra le sale vuote del piano nobile: per farlo, s’inventa un doppio pavimento flottante steso a difesa dei fregi dell’impiantito, ma capace soprattutt­o di ancorare le scaffalatu­re senza danneggiar­e le pareti. «Sono 600.000 le fotografie dell’archivio ma nel muro non c’è neppure un chiodo». Neppure l’Ammannati avrebbe potuto far tanto.

Nelle sale del piano nobile la fototeca del Kunsthisto­risches Institut

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 ??  ?? Palazzo Budini Gattai Sotto il simbolo zodiacale del Capricorno nella facciata di Palazzo Budini Gattai (via dei Servi, angolo piazza della Santissima Annunziata); a destra gli affreschi e le eleganti scale dell’interno e la fototeca del...
Palazzo Budini Gattai Sotto il simbolo zodiacale del Capricorno nella facciata di Palazzo Budini Gattai (via dei Servi, angolo piazza della Santissima Annunziata); a destra gli affreschi e le eleganti scale dell’interno e la fototeca del...
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