«Il più grande» L’abbraccio di Israele a Gino
Consegnata la cittadinanza: «Eroe dei nostri tempi». La nipote Gioia: un nonno speciale
Allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah, dove Bartali è ricordato come Giusto tra le Nazioni, la nipote Gioia (foto) ha partecipato alla cerimonia che ha reso il grande Gino cittadino onorario di Israele: «Ho avuto un nonno speciale, che tanto ha significato nella mia vita». Domani la partenza del Giro da Gerusalemme.
«Ho avuto un nonno speciale, che tanto ha significato nella mia vita. Vedere la vostra gratitudine, toccarla con mano in modo così concreto, è una sensazione fortissima».
Gioia non trattiene l’emozione. È la giornata più «bartaliana» di tutte nella lunga vigilia che sta portando alla partenza della 101esima edizione del Giro d’Italia da Gerusalemme. Allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah che l’ha proclamato Giusto tra le Nazioni in ricordo delle azioni eroiche compiute in favore degli ebrei perseguitati dal nazifascismo, la nipote del grande Gino riceve la cittadinanza onoraria di Israele dalle mani del presidente del Memoriale, Avner Shalev. Il più alto riconoscimento, alla vigilia del più importante evento sportivo mai ospitato dal paese. Anche nel segno di Ginettaccio.
La cerimonia è semplice nella dinamica, ma l’atmosfera è carica del significato speciale che la accompagna. E il momento più intenso sono le lacrime di Gioia. «Scusate, ma oggi — continua — non sono sola. Oltre a mio nonno, sento vicino mio papà Andrea che da poco ci ha lasciato».
L’omaggio a Gino è nelle parole e nei gesti. Come quello compiuto dalla Israel Cycling Academy, la prima squadra professionistica locale che sarà alla partenza del Giro grazie a una wild card. Gli otto atleti al via, compreso l’empolese Kristian Sbaragli, raggiungono il Memoriale sui pedali e scendono di sella soltanto davanti al muro che porta impresso il nome di Bartali. «Gino è stato un campione. Per noi è il più grande in assoluto» sottolinea Sylvan Adams, co-proprietario della Academy e presidente onorario del comitato che ha in carico l’organizzazione delle tappe israeliane di questo Giro. E quindi la cronometro d’esordio a Gerusalemme e poi le due tappe in linea da Haifa a Tel Aviv e da Beersheva a Eilat.
Adams parla di «autentico eroe del nostro tempo» e di Memoria da «coltivare e tenere viva in ogni modo». Un valore cui si richiama anche Avner Shalev, presidente del Memoriale, che ricorda la rete in cui operò Gino e la sua specifica caratteristica interreligiosa interpretata al meglio dalle figure del rabbino Nathan Cassuto, che fu deportato e non fece ritorno dal lager, e del cardinale Elia Dalla Costa, anch’egli tra i Giusti. Questo ancora dice di Bartali: «Un uomo eccezionale che ha saputo andare contro una maggioranza che non lo ha sostenuto». «La più grande vittoria di Bartali è stata contro l’indifferenza» sottolinea l’ambasciatore italiano Gianluigi Benedetti. Annuisce il direttore del Giro, Mauro Vegni. Mentre Matteo Renzi dall’Italia commenta: «Che bello vedere il Giro partire nel nome di Gino Bartali. Non solo gigante del ciclismo, ma anche straordinario uomo».
Dal Memoriale in serata ci si sposta al Museo delle Scienze, dove per festeggiare il riconoscimento va in scena la performance teatrale «Bartali. Il campione e l’eroe» con l’attore Ubaldo Pantani sul palco (testi di Pantani stesso, Massimiliano Castellani, Alessandro Salutini e chi scrive, regia di Pablo Solari). Questa mattina infine, nella foresta di Haruvit, sarà inaugurata una pista ciclabile in onore di Gino su iniziativa dell’organizzazione Keren Kayemeth LeIsrael. E madrina sarà Gioia.
L’emozione
«Lui per me ha significato tanto nella mia vita. Vedere oggi la vostra gratitudine, toccarla con mano, è una sensazione fortissima»