Casamonti: lo stadio? Qui si farà in 30 mesi...
L’architetto Casamonti: qui il nuovo stadio lo stiamo realizzando in 30 mesi
«Qui c’è l’energia dell’Italia negli anni ‘60. Hanno chiamato i migliori da tutto il mondo, tutti per concorso». L’architetto fiorentino Marco Casamonti spiega così il boom albanese. È a Tirana in uno dei cantieri che segue, quello del nuovo stadio. «Che qui è stato deciso due anni fa, e noi contiamo di completare nei prossimi sei mesi».
«Scusi, non prendeva il cellulare, ero in cantiere». Il punto è capire quale. Perché Marco Casamonti, architetto fiorentino, a Tirana ha avuto anche 4-5 cantieri aperti in contemporanea. Una sorta di «seconda casa» per Casamonti, che con il suo studio Archea è approdato nella capitale albanese «grazie ad un concorso». E di concorso in concorso — per alcuni è stato anche parte della giuria — è arrivato a ricostruire lo stadio di Tirana. È quello il cantiere da cui parla quando lo chiamiamo.
« Lo sa? — dice Casamonti — A Firenze siamo molto interessati al nuovo stadio e ne parliamo tanto: ma qui l’hanno programmato due anni fa e adesso contiamo di completarlo in 6 mesi». Si tratta di un sorta di mega restauro dell’Arena Kombëtare, struttura da 22 mila posti che ora diventerà coperta. E anche in questo stadio, c’è un pezzo di Firenze: «Era stato progettato da Gherardo Bosio, negli anni Trenta, lo stesso che ha fatto il golf club fiorentino dell’Ugolino». Bosio era uno degli architetti della grande crescita urbanistica legata al dominio italiano, sotto alla dittatura fascista. «Durante il periodo comunista — spiega sempre l’architetto — era stato ampliato nella parte contrapposta alla facciata monumentale. Abbiamo demolito la parte del periodo comunista, incongrua, e l’abbiamo rifatto rimontando la facciata monumentale: prima però l’abbiamo smontata, pietra per pietra, un’anastilosi, una tecnica di restauro quando non puoi preservare l’edificio». Lo stadio è ora «un edificio urbano: non solo stadio ma negozi, hotel, servizi, come i sono i nuovi stadi oggi».
L’altro grande progetto di Casamonti ora in Albania è il grattacielo di circa 100 metri nato sempre nella capitale albanese. «No, non è un grattacielo: abbiamo fatto una torre, nel centro di Tirana», ribatte Casamonti. Di nuovo, un concorso vinto, per una delle dieci torri di un piano della «Architecture Studio». E, di nuovo, qualcosa che lo lega a Firenze: «È un po’ ispirata alla Torre di Arnolfo: con base più piccola che si allarga verso l’alto. Per questo dico che è una torre, legata alla nostra tradizione, e non a quella americana dei grattacieli». È comunque alta 100 metri.
Casamonti snocciola gli altri interventi, ma oltre ai progetti quel che viene da chiedere all’architetto fiorentino è come mai gli piace tanto l’Albania. «È un posto pieno di energia, una popolazione pronta a essere parte di un mondo più ampio, che vuol far parte di una comunità vasta, europea. Si respira l’energia degli anni ‘60, in Italia». Un Paese che cerca di recuperare il gap economico ed infrastrutturale dopo il crollo del regime.
«Qui il primo ministro, Edi Rama, è anche un artista: ha chiamato Stefano Boeri a fare il piano di una città più verde. Vin Mask, dall’Olanda, si occupa del nuovo teatro dell’opera. È arrivato lo Studio Big, danesi con sede a New York. È una politica culturale: chiamare i migliori da tutto il mondo e tutti per concorso — racconta Casamonti — La città ricostruisce la sua identità fisica e morale attraverso l’architettura con una grande apertura».
Hanno aperto «anche i bunker militari, trasformati in luoghi d’arte: li puoi visitare, vedere cosa era la follia di un’autarchia mirata a difendersi». E pensare che invece la città «era disegnata sul cardo e decumano. Come Firenze. Questo è un luogo che appartiene al cuore dei fiorentini».
Svolte
È una politica culturale: chiamare i migliori da tutto il mondo e tutti per concorso Tirana ricostruisce la sua identità con l’architettura