Nardella, gli stranieri e le case popolari Valzer di polemiche
Dario Nardella ha proposto di innalzare da cinque a otto anni la residenza in Toscana per avere diritto di richiesta di un alloggio popolare. Un modo per evitare le concentrazioni di famiglie straniere, aveva detto mercoledì ai microfoni del TgR, pur correndo il rischio — come puntualizzato dall’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli — di «discriminazione e incostituzionalità». Le parole di Nardella arrivano all’apertura dei lavori in Consiglio regionale per la revisione della legge sull’edilizia popolare. Parole colte al volo dal centrodestra che ieri ha pungulato il sindaco di Firenze. «Dario Nardella sposa le idee del mio partito — dice il capogruppo di Fdi in Regione Paolo Marcheschi — E dato che si è convertito gli darò una tessera onoraria di Fratelli d’Italia». A Marcheschi fanno eco Jacopo Alberti, consigliere regionale della Lega, e il forzista Marco Stella, vice presidente del parlamentino di Palazzo Panciatichi. «Meglio tardi che mai — commenta il primo — Sono anni che la Lega porta avanti una battaglia di equità nella distribuzione degli alloggi Erp, puntualmente bocciata in Regione dai compagni di partito» del sindaco Nardella, «che improvvisamente ha deciso di “leghistizzarsi”, lanciandosi in inusuali proclami pro-italiani». «Siamo piacevolmente stupiti. Sostenga la proposta di Forza Italia di elevare a 10 anni la soglia di residenza per le graduatorie Erp», dichiara il secondo. E se l’Unione Inquilini bolla la proposta del sindaco di Firenze come «inapplicabile e incostituzionale», l’assessore comunale alla casa, Sara Funaro, difende a spada tratta il capo della sua amministrazione: «Abbiamo chiesto un aumento del punteggio per dare risposte a quella fascia grigia che fino a oggi non ne ha avute». A chiudere il valzer delle polemiche a fine serata ci pensa Angelo Bassi, capogruppo in Comune del Pd: «Il sindaco e la giunta fanno proposte alla Regione e tutte le opposizioni, invece di dare una mano, si agitano? Da tempo siamo al fianco dei più deboli, le nostre idee servono a prevenire tensioni sociali».