Primi sì trasversali ai poteri anti assalto
«Lo strumento per difendere le città d’arte è la leva fiscale. In mano ai sindaci». Guglielmo Picchi è un deputato fiorentino della Lega. E si sente di appoggiare l’appello di Nardella per una legge nazionale che difenda il centro città. Con qualche distinguo.
Il sindaco Dario Nardella chiede strumenti per mettere un freno agli Airbnb. Con la Lega al governo sarebbe possibile una legge in questa direzione?
«Il governo ancora non c’è. A parte questo dettaglio, come Lega siamo favorevoli da tempi non sospetti a valorizzare le autonomie, il che significa dare più possibilità di incidere su tante materie ai sindaci. La Lega ha detto in tempi non sospetti “via i prefetti, molte loro competenze devono passare ai sindaci”. Tra queste competenze rientrano anche le leve fiscali per poter far fronte a una lunga serie di problemi, come ad esempio quelli generati dai flussi turistici nelle città d’arte. Quindi, per dare più poteri ai sindaci e fornire loro maggiori strumenti fiscali siamo assolutamente d’accordo».
Leve fiscali per disincentivare gli Airbnb, ma non norme che consentano di istituire blocchi o divieti, quindi?
«La Lega non è favorevole a politiche dirigiste: è giusto disincentivare ad aprire un Airbnb, ma il divieto in stile regolamento sovietico non ci piace molto. Tra l’altro per poterlo applicare servirebbero controlli veri, contro gli affitti in nero, gli abusi, e non abbiamo abbastanza vigili urbani. Quindi meglio agire sulla leva fiscale ed evitare norme dirigiste-restrittive, che poi rischiano di essere grida manzoniane».
La rendita immobiliare è causa e al tempo stesso effetto della trasformazione in senso turistico del commercio. Anche in questo caso è contrario a un ritorno di una forma di controllo delle licenze?
«No. Per mia formazione sono un po’ allergico alle contro-liberalizzazioni, ma su questo fronte una qualche forma di intervento sarebbe utile: sulle licenze una regolamentazione un po’ più stretta bisogna metterla, perché non solo Firenze o Venezia, ma anche Pienza o San Gimignano sono invase dalla ristorazione. Di negozi storici non ce ne sono quasi più, ormai rischia di diventare storico il kebabbaro. Come Lega siamo per valorizzare le tradizioni, l’identità delle città, per non farle spopolare, siamo assolutamente favorevoli a sostenere i residenti e disincentivare tutte quelle iniziative che, sì, portano ricchezza, ma che non devono spazzare via il tessuto sociale. Negli ultimi 30 anni nel centro di Firenze siamo passati da 90 mila a 44 mila residenti».
L’analisi di Nardella è perciò corretta?
«In realtà, quel che sta accadendo oggi è dovuto a trent’anni di politiche sbagliate. Svuotare di funzioni il centro, portare via il Tribunale, e quindi gli studi legali, chiudere gli accessi, togliere i parcheggi, non avere gli autobus perché il Duomo è stato pedonalizzato, di fatto tagliando in due il centro, portare via l’Università, e con essa gli studenti, non aver fatto alcuna politica di sostegno ai negozi storici se non negli ultimissimi anni, significa aver tolto il tessuto vitale della città. Se dal centro togli tutto, perché un fiorentino dovrebbe volerci vivere?».
Siamo ancora in tempo? «Di certo il fenomeno degli Airbnb va regolamentato. Gli strumenti chiesti da Nardella servono a rimediare ai disastri fatti. Quando per trent’anni fai centri commerciali ovunque, costruisci case a Mantignano, Ugnano, Sesto Fiorentino e Scandicci, alloggi universitari a Novoli, alla fine in centro a Firenze non ci resta nulla se non i turisti. E le poche famiglie rimaste, ad esempio, come vanno a far la spesa, con gli autobus che non passano?».
Le licenze
Sono allergico alle contro-liberalizzazioni ma troppe città oggi sono invase dalla ristorazione: di negozi storici non ce ne sono quasi più
Ieri e oggi
La città di oggi è dovuta a trent’anni di politiche sbagliate, come svuotare di funzioni il centro, chiudere gli accessi o togliere i parcheggi