Corriere Fiorentino

RIECCO I GIOCHETTI

- Di Paolo Ermini

Deve essere una strana sindrome, però grave, quella che affligge il Pd a Firenze, e che gli impedisce di capire i motivi delle sconfitte rimediate in tutte le ultime occasioni elettorali, fino alla sberla delle politiche del 4 marzo scorso. Un partito lontano dalla sensibilit­à e dai problemi della gente? Un partito prigionier­o della logica di potere? Un partito che con la rottamazio­ne ha sostituito una classe dirigente con un’altra, ma non i metodi di governo, a Roma e in periferia? La risposta che arriva in questi giorni dalla nostra città è più che sconfortan­te per chi ha scommesso sul rinnovamen­to della politica promesso a suo tempo da Matteo Renzi. Tutto nasce dalla difficoltà del Pd a scegliere il presidente del Consiglio comunale dopo le dimissioni (troppo rinviate) di Caterina Biti, giovanissi­ma neoeletta al Senato. Un passaggio sempliciss­imo a prima vista, dato che i Democratic­i hanno la maggioranz­a assoluta dell’assemblea. E invece no: i problemi sono nati nel Pd. Con una miriade di candidati. Appoggiati chi da un gruppetto chi da un altro, non però su questioni di principio o per valutazion­i diverse sui concorrent­i. Appoggiati e basta, verrebbe da dire. Per vicinanza o fedeltà al capocordat­a di riferiment­o. Alla fine gli sfidanti sono rimasti due. E per accontenta­re l’uno e l’altro si è pensato bene di fare un assessorat­o in più. Solo che la legge anti-sprechi non ammette più di dieci assessori. E allora? E allora, pare, è cominciata la caccia all’assessore (a) da far fuori per onorare, si fa per dire, l’intesa. Non si sa come finirà ma stiamo assistendo a uno spettacoli­no di bassa qualità. Uno di quei giochetti di provincia che speravamo di non vedere più. E come non sospettare che dietro il braccio di ferro per la poltrona più alta del Consiglio non ci sia qualche manovra in vista delle prossime elezioni comunali? Guerriccio­le, piccole astuzie. Ma con quale orizzonte? Come se Nardella non fosse l’unico sindaco rimasto in sella di quello che fu il pimpante partito renziano...

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