Intanto il Pd vota Ceccarelli presidente Tra le proteste
Il Consiglio comunale di Firenze ha un nuovo presidente, Andrea Ceccarelli. Ex vicesindaco, attuale vicecapogruppo, proveniente dalla Margherita, è riuscito a mettere insieme le varie anime del partito dopo l’ultimo incontro di sabato scorso. I paventati «franchi tiratori» o assenze di massa programmate non ci sono stati: è passato con 21 voti sui 22 dei democratici, assente solo Leonardo Bieber (uno dei papabili, non presente in modo polemico). Ma che qualche ferita sia rimasta, lo dimostrano le parole della consigliera Federica Giuliani che, puntando il dito contro l’aver scelto un uomo al posto della presidente uscente, ora senatrice, Caterina Biti, attacca «le difficoltà delle donne di avere ruoli in politica» e in modo tranchant conclude: «Nessuna donna candidata al vertice: la scelta è politica, il sindaco si assume la responsabilità di “cambiare verso”». Una critica al sindaco Dario Nardella che avrebbe, secondo Giuliani, «cambiato verso» (citazione dello slogan di Matteo Renzi) nei confronti delle donne in politica. Ma anche lei poi si adegua e vota Ceccarelli.
Crolla l’ipotesi delle opposizioni, che speravano, candidando Mario Tenerani di Forza Italia, di trovare qualche transfuga o malpancista nel Pd. Tenerani prende solo il voto delle opposizioni. «Ma non è l’unico problema delle opposizioni. Se è scontata l’elezione della vicepresidente di maggioranza, sempre del Pd, Susanna Della Felice (entrata recentemente al posto di Giampiero Gallo, entrato alla Corte dei conti), l’opposizione si divide sul proprio vicepresidente. Invece di confermare l’uscente Donella Verdi (di Firenze riparte a sinistra), Forza Italia, FdI e M5S hanno puntato sulla grillina Silvia Noferi. Così la partita è finita con 6 per la Verdi (votata anche da Mdp e Miriam Amato di Potere al Popolo, eletta con M5S e poi uscita), mentre Noferi è passata con 8 voti (anche Cristina Scaletti l’ha sostenuta). Per il M5S, la scelta era giusta perché, all’inizio della legislatura, era stata lasciata la vicepresidenza a Verdi con l’intesa di dare all’allora grillina Amato il ruolo di presidente della Commissione Affari istituzionali: quando poi Amato è uscita dal movimento, «il nostro senso istituzionale ed il rispetto per il ruolo della Consigliera Verdi ci ha imposto di non pretendere il ruolo di vicepresidenza, da lei svolto, che ci sarebbe però spettato». Caustici i colleghi del gruppo della Verdi, Tommaso Grassi e Giacomo Trombi: «Auguriamo alla consigliera Noferi un buon lavoro, non sarà facile per lei, che a livello di presenza effettiva in aula di consiglio ha totalizzato nel 2018 un magro 61,55% (arrivando spesso dopo, e andando via spesso prima), eguagliare una presenza che rasenta il 100% della consigliera Verdi». Una spaccatura che è stata stigmatizzata anche dal sindaco Dario Nardella: «Ceccarelli avrà dalla sua anche l’esperienza da vicesindaco: ma intanto, volevate dividerci e invece siamo ancora come sempre compatti».
Solo di fronte alla elezione di Ceccarelli, le opposizioni si uniscono di nuovo: quella di Ceccarelli, con l’intesa anche sull’ingresso in giunta di Massimo Fratini, «è una scelta che pare frutto del più classico manuale Cencelli». Quella del Pd è una «unità di facciata per nascondere le divisioni interne» come dimostrano «le parole della consigliera Giuliani e l’assenza di uno dei candidati al ruolo “fatti fuori” a favore di Ceccarelli, Bieber».
Le due vice L’opposizione si divide, poi elegge Noferi (M5S) I Democratici puntano su Della Felice