Acqua alta alla Nazionale, danni ai libri
Con il temporale, un tubo si rompe e inzuppa un centinaio di volumi. Subito soccorsi dai dipendenti
Era appena passata l’ora di pranzo, la bomba d’acqua si abbatte breve ma violenta su Firenze, e in una manciata di minuti in Biblioteca Nazionale inizia a piovere. Non dal tetto, come è capitato in anni passati. Ma dalle pareti: dal retro della grande scaffalatura in legno della sala consultazione al primo piano di piazza de’ Cavalleggeri, alle due e mezzo del pomeriggio di ieri si era già formata un’ampia macchia di umidità che investiva diverse file di libri. La macchia è diventata una pozza per terra. E alla fine la pozza si è formata anche al piano sottostante, proprio di fronte all’entrata della Biblioteca. Tanto che al bancone dell’accettazione hanno dovuto spalancare le porte a vetri anti-panico e allestire un cartello giallo con su scritto «Attenzione: pavimento bagnato».
Cos’è successo ieri pomeriggio alla Biblioteca Nazionale? «Si è rotto un tubo dentro il muro» si sono affrettate a spiegare le bibliotecarie, puntano il dito in alto dove il muro quasi tocca il soffitto, aprendo la porticina che porta nella stanza retrostante lo scaffale maggiore.
E infatti il muro che guarda verso l’Arno si mostrava attraversato da una grande chiazza di umidità. I dipendenti si sono immediatamente dati da fare per salvare i circa 30-40 libri maggiormente colpiti dall’acqua. E gli scaffali più nascosti, quelli dentro la piccola stanza dove si è verificata la rottura delle tubature, sono state interamente incelofanati. «Niente di prezioso è andato rovinato e nessun danno particolarmente grave si è verificato» specifica però Silvia Alessandri, vicedirettrice della Biblioteca Nazionale.
Il lungo tavolo che attraversa il corridoio adibito alla consultazione è stato immediatamente trasformato in un banco di pronto intervento: un centinaio di volumi è stato tolto dai dodici scaffali più vicini alla perdita e accatastato sul primo tavolo. Mentre i tomi che versavano in condizioni peggiori sono stati aperti a ventaglio sul tavolo accanto, utilizzando leggii e supporti vari, e alcuni dipendenti si sono rimboccati le maniche per farcirli pagina dopo pagina di foglietti di carta per assorbire l’umido.
«Sembra, in piccolo per fortuna, una scena da 1966» ha sorriso una ragazza alzando lo sguardo dalle pagine fradice, mentre procedeva alle minuziose operazioni di asciugatura.
«Tutto quello che è stato aggiustato in questi anni ha retto come il lucernario in quella sala, e da lì infatti non è caduta una goccia — ha proseguito la vicedirettrice — È semplicemente successo ciò che può capitare in una qualsiasi casa di un qualsiasi cittadino quando c’è una forte precipitazione. Solo che quando capita alla Nazionale fa più sensazione. Ma non è successo nulla di grave».
In biblioteca La vicedirettrice: «Cause da capire, ma i tomi pregiati non sono in pericolo»