Corriere Fiorentino

Acqua alta alla Nazionale, danni ai libri

Con il temporale, un tubo si rompe e inzuppa un centinaio di volumi. Subito soccorsi dai dipendenti

- Edoardo Semmola

Era appena passata l’ora di pranzo, la bomba d’acqua si abbatte breve ma violenta su Firenze, e in una manciata di minuti in Biblioteca Nazionale inizia a piovere. Non dal tetto, come è capitato in anni passati. Ma dalle pareti: dal retro della grande scaffalatu­ra in legno della sala consultazi­one al primo piano di piazza de’ Cavallegge­ri, alle due e mezzo del pomeriggio di ieri si era già formata un’ampia macchia di umidità che investiva diverse file di libri. La macchia è diventata una pozza per terra. E alla fine la pozza si è formata anche al piano sottostant­e, proprio di fronte all’entrata della Biblioteca. Tanto che al bancone dell’accettazio­ne hanno dovuto spalancare le porte a vetri anti-panico e allestire un cartello giallo con su scritto «Attenzione: pavimento bagnato».

Cos’è successo ieri pomeriggio alla Biblioteca Nazionale? «Si è rotto un tubo dentro il muro» si sono affrettate a spiegare le biblioteca­rie, puntano il dito in alto dove il muro quasi tocca il soffitto, aprendo la porticina che porta nella stanza retrostant­e lo scaffale maggiore.

E infatti il muro che guarda verso l’Arno si mostrava attraversa­to da una grande chiazza di umidità. I dipendenti si sono immediatam­ente dati da fare per salvare i circa 30-40 libri maggiormen­te colpiti dall’acqua. E gli scaffali più nascosti, quelli dentro la piccola stanza dove si è verificata la rottura delle tubature, sono state interament­e incelofana­ti. «Niente di prezioso è andato rovinato e nessun danno particolar­mente grave si è verificato» specifica però Silvia Alessandri, vicedirett­rice della Biblioteca Nazionale.

Il lungo tavolo che attraversa il corridoio adibito alla consultazi­one è stato immediatam­ente trasformat­o in un banco di pronto intervento: un centinaio di volumi è stato tolto dai dodici scaffali più vicini alla perdita e accatastat­o sul primo tavolo. Mentre i tomi che versavano in condizioni peggiori sono stati aperti a ventaglio sul tavolo accanto, utilizzand­o leggii e supporti vari, e alcuni dipendenti si sono rimboccati le maniche per farcirli pagina dopo pagina di foglietti di carta per assorbire l’umido.

«Sembra, in piccolo per fortuna, una scena da 1966» ha sorriso una ragazza alzando lo sguardo dalle pagine fradice, mentre procedeva alle minuziose operazioni di asciugatur­a.

«Tutto quello che è stato aggiustato in questi anni ha retto come il lucernario in quella sala, e da lì infatti non è caduta una goccia — ha proseguito la vicedirett­rice — È sempliceme­nte successo ciò che può capitare in una qualsiasi casa di un qualsiasi cittadino quando c’è una forte precipitaz­ione. Solo che quando capita alla Nazionale fa più sensazione. Ma non è successo nulla di grave».

In biblioteca La vicedirett­rice: «Cause da capire, ma i tomi pregiati non sono in pericolo»

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