Finisce in scatola la farmacia da salvare
San Felice, via alla ristrutturazione. I residenti: un dispetto. I propietari: seguite le regole
«Hanno impacchettato la farmacia». In Oltrarno qualcuno ci scherza, ma comitati e residenti invece affilano le armi e si preparano a una nuova battaglia perché, accusano, «coprire con le impalcature sia l’ingresso che le insegne è un dispetto al quartiere».
Chi, negli ultimi giorni, si è trovato ad attraversare piazza San Felice sicuramente si sarà accorto che la Farmacia Pitti sembra scomparsa nel nulla. L’unica cosa che si riesce a scorgere aguzzando la vista sono le ultime quattro lettere del cartello («ACIA»). Non solo: «La ditta che si sta occupando del cantiere ha anche bloccato il marciapiede senza dare un’alternativa per il passaggio pedonale. Inoltre ha messo un solo cartello (poco prima della porta telematica di piazza Pitti, ndr) che invita i pedoni a spostarsi sulla sinistra. Ma nessuno lo vede e nessuno ci fa caso anche perché lì vicino stanno facendo altri lavori e quindi ci si confonde». E cosi la gente è costretta a camminare in mezzo di strada con tutti i rischi che ne conseguono. Come ieri, quando il bussino dell’Ataf diretto verso piazza Beccaria è stato costretto a bloccarsi per diversi minuti davanti allo spartitraffico della piazza per dare l’opportunità a una ventina di turisti di passare da un lato all’altro.
Il cantiere è regolare e rispetti tutte le norme vigenti, «ma ci chiediamo — dice il comitato pro farmacia — come sia possibile che un servizio pubblico debba essere completamente coperto da impalcature e da altissime pareti di legno?». Nei giorni scorsi i residenti dell’Oltrarno si sono rivolti alla polizia municipale e alla direzione Mobilità di Palazzo Vecchio ma non c’è stato nulla da fare: sia i vigili che i tecnici comunali hanno attestato che il cantiere segue alla lettera le prescrizioni dettati dai regolamenti urbanistici e che quindi, per almeno un anno, «dovremo sopportare questi lavori». Nel frattempo le associazioni del territorio, come quella di Via Maggio, hanno già scritto al sindaco Dario Nardella, primo firmatario della petizione «Salviamo la Farmacia Pitti», all’assessore Stefano Giorgetti e a tutti quelli che possano fare qualcosa per liberare la Farmacia Pitti dalla «scatola» e per rendere di nuovo transitabile il marciapiede, chiuso da una porticina creata ad hoc.
E anche sul web impazza la polemica, soprattutto sulla pagina Facebook «Firenze Oltrarno e Centro Storico» in cui si parla della farmacia «soffocata». Ma la proprietà della palazzina al civico 4 non ci sta e replica alle accuse attraverso la dottoressa Francesca Bonechi: «Per poter fare un ponteggio del genere ci siamo dovuti rivolgere ai vigili urbani che ci hanno dato tutte le prescrizioni da seguire — spiega — Dunque la società che rappresento non ha deciso nulla ma è stata la municipale, dopo un sopralluogo, a dirci come comportarci nell’allestimento del cantiere per viabilità e sicurezza pedoni. Non ci interessano le vendette, respingiamo ogni accusa e vogliamo collaborare con il quartiere per rasserenare gli animi. Siamo pronti a incontrare di nuovo i residenti per far capire loro quello che vogliamo fare. E comunque chiunque voglia avere informazioni può contattarci tranquillamente: tutti conoscono chi siamo».
Lavori per un anno «Nessuna vendetta, abbiamo rispettato le prescrizioni che ci hanno dato i vigili»