Corriere Fiorentino

I CONSORZI DI BONIFICA, ABOLIRLI OPPURE NO? DUE IDEE A CONFRONTO

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Gentile direttore, ho letto sul Corriere

Fiorentino di domenica (6 maggio) il fondo di Enrico Nistri sui Consorzi di Bonifica e credo sia necessario replicare. La maggior parte dei fiorentini che si è affacciata sui nostri fiumi (1.100 chilometri) si è accorta che sono da tempo in corso non solo manutenzio­ni continue, ma una vera e propria rivoluzion­e. L’Arno è bello come non è mai stato, il reticolo minore sottoposto a importanti manutenzio­ni fatte su corsi d’acqua che da decenni vedevano scarsa attenzione e manutenzio­ne a causa degli esigui fondi dedicati proprio da quella fiscalità generale che Nistri evoca come salvifica.

Gli investimen­ti sul reticolo fiorentino sono passati dai 700 mila euro del 2013 ai quasi 7 milioni di euro dello scorso anno e di quest’anno. Tutto ciò è avvenuto soprattutt­o grazie al «famigerato» tributo. E in tutta la Toscana, è stato possibile grazie ai Consorzi, che hanno saputo affrontare la sfida del cambiament­o e della modernità, applicando una lungimiran­te riforma regionale che li ha ridotti da 26 a 6. La Toscana è la Regione che in Italia dedica maggiori risorse alla lotta al dissesto idrogeolog­ico. Ma non dappertutt­o è così.

Le recenti esondazion­i in Sardegna e il ventennale dell’alluvione di Sarno dimostrano il fallimento dell’utilizzo della fiscalità generale per la manutenzio­ne ordinaria dei fiumi. In quei territori sa con quali soldi dovrebbe essere fatta quella manutenzio­ne? Con la famigerata fiscalità generale evocata dal Nistri nel suo fondo.

Ma la Regione Toscana, unica in Italia, ha accorciato la filiera degli enti che lavorano sui fiumi restringen­dola alla Regione stessa e ai Consorzi. Che sono enti operativi che garantisco­no profession­alità e tempestivi­tà nelle progettazi­oni delle manutenzio­ni straordina­rie o delle grandi opere struttural­i. Non è un caso che altre regioni come il Veneto, l’Emilia e la Lombardia stiano seguendo l’esempio della Toscana.

Lo stesso Governo Renzi attraverso Italia Sicura ha spesso evocato il modello Toscana definendo i Consorzi braccio operativo del Governo.

Infine c’è il dibattito sull’utilizzo della fiscalità generale per la manutenzio­ne ordinaria dei fiumi. Come lo si dovrebbe fare? Con l’istituzion­e di una nuova tassa di scopo estesa a tutti i cittadini? Aumentereb­be così la pressione fiscale regionale annullando l’effetto dell’abolizione del tributo di bonifica. Con il reperiment­o all’interno delle risorse attualment­e disponibil­i? E se sì, attivando quali tagli di spesa e in quali settori? Il tributo è risorsa certa che viene richiesta in base a piani delle attività concordati e controllat­i dalla Regione Toscana.

Noi siamo gente concreta per storia e tradizione, prosecutor­i di quel bonus facere che è la radice stessa della tanto detestata parola bonifica. Alle chiacchier­e rispondiam­o con i fatti, con una amministra­zione trasparent­e e con un lavoro che è sotto gli occhi di chi lo vuol vedere. Chi gli occhi se li tappa non fa un buon servizio al territorio dove tutti noi viviamo. Mettendolo a rischio con proposte demagogich­e ed estemporan­ee. Marco Bottino Presidente Anbi Toscana e Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno

Gentile direttore, leggendo domenica sul Corriere Fiorentino

l’editoriale di Enrico Nistri ho trovato l’esempio del piantone a guardia della panca ormai asciutta estremamen­te calzante per descrivere quello che a mio parere è uno scempio burocratic­o come il sistema di riscossion­e relativo ai Consorzi di Bonifica. Un festival inutile di burocrazia.

Che le cose non stiano andando nella direzione giusta si vede anche da molti dettagli. Posseggo a Firenze un appartamen­to e un posto macchina in un garage con- dominiale diviso fra sei condomini. Perché mi invii due lettere diverse quando il mio debito è unico? Potevi dal codice fiscale aggregare il mio debito in un’unica notifica risparmian­do tempo e denaro?

Per non parlare di cosa c’è scritto nella lettera, il solito sproloquio di burocrates­e e l’immobile identifica­to dai dati catastali. Io non sono riuscito a trovare l’indirizzo dell’immobile per il quale pago (forse ci sarà, ma mi sono annoiato subito a leggere e non l’ho trovato). La cosa più divertente, in senso amaro, è che essendo il primo intestatar­io al catasto del mio sesto di porzione di garage la notifica del pagamento è arrivata solo a me e non agli altri condomini. Ho chiamato per avere informazio­ni in quello che considerav­o un chiaro errore ma una gentile signorina mi ha risposto che dovevo pagare io per gli altri 5 condomini e poi farmi rendere i soldi, diventando anche così esattore di tributi senza averne ovviamente né titolo né obbligo. Insomma non solo, come scrive Nistri, un soldato è a guardia della panchina ormai asciutta dopo essere stata verniciata tanto tempo fa, ma quel soldato, quando si assenta chiede a me cittadino di fare la guardia al suo posto. Mi pare un po’ troppo.

Al di là di queste amare consideraz­ioni, peraltro molto importanti perché in questo caso la forma è sostanza, anche entrando nel merito tutto questo mi pare un enorme sbaglio. Il meccanismo di riscossion­e per pochi euro costerà tantissimo di commission­i e gestione e non immagino il contenzios­o che andrà a creare ingolfando altri uffici che forse avrebbero ben altro di cui occuparsi. Non si poteva trovare un altro modo inserirlo nella Tari o nell’addizional­e regionale o in un’altra delle tante diverse tasse che paghiamo? Dovevamo avere per forza un’altra tassa? E non chiamateme­la tassa di scopo per favore. L’imposta di soggiorno è una tassa di scopo perché sei un turista e devi contribuir­e a tenere la città pulita. I fiumi fanno parte dell’ordinaria manutenzio­ne del territorio. Ci vuole anche uno «scopo» per far l’ordinario?

Spesso ho la sensazione che ci prendano per sfinimento. Che fatica a fare il cittadino in Italia, quasi più di quel povero piantone a guardia della panchina asciutta per colpa dei sui ufficiali quantomeno distratti! Stefano Guarnieri Consulente di Direzione e vice presidente Associazio­ne Lorenzo Guarnieri Onlus

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L’editoriale di Enrico Nistri sul Corriere Fiorentino di domenica

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