Corriere Fiorentino

Morte di Astori, un mese in più per finire le indagini

Proroga per completare gli esami tossicolog­ici. E a Gerusalemm­e una cerimonia per Davide

- Leonardo Bardazzi

Trenta giorni di proroga. Servirà aspettare i primi giorni di giugno prima di conoscere la verità sull’improvvisa morte di Davide Astori: proprio ieri infatti, sul tavolo del procurator­e capo di Udine Antonio De Nicolo, è arrivata la richiesta di prolungame­nto d’indagine firmata dai due medici che il 6 marzo scorso effettuaro­no l’autopsia sul corpo del capitano.

Il medico legale Carlo Moreschi e il super consulente di Padova professor Gaetano Thiene hanno chiesto altro tempo per «completare gli esami tossicolog­ici» e quindi esprimersi con certezza sull’accaduto: come noto, subito dopo l’autopsia, parlarono di una morte avvenuta «per cause naturali, verosimilm­ente su base bradi-aritmica».

L’equipe medica che sta lavorando al caso Astori insomma preferisce prendersi altro tempo per analizzare a fondo i referti genetici e istologici: nessuna dietrologi­a comunque. Perché in casi complessi come questo è normale concedere una proroga alle indagini mediche. La Procura di Udine ovviamente, finché gli esami non avranno dato certezza di una morte naturale, non potrà chiudere l’inchiesta «per omicidio colposo» aperta in quel maledetto 4 marzo, subito dopo il decesso di Davide nella camera 118 dell’hotel Là di Moret.

Astori fu trovato dal massaggiat­ore viola (il primo a vederlo morto) in posizione composta, come se fosse addormenta­to, con la faccia rivolta verso l’alto: «Aprire un’inchiesta è un atto dovuto — disse De Nicolo in quelle ore — vogliamo essere sicuri che non ci siano responsabi­lità di persone. Quando muore un atleta così giovane non possiamo non pensare che qualche segnale sia stato sottovalut­ato».

In attesa di sapere, il ricordo di Davide è vivo più che mai, a Firenze come nel resto del mondo. Proprio ieri a Gerusalemm­e la maglia del capitano (donata dalla Fiorentina) è stata posata sulla pietra della Deposizion­e della Basilica del Santo Sepolcro, all’interno di una giornata (dedicata alla «memoria dell’esempio») chiusa con un’amichevole tra bambini vestiti con le maglie di Fiorentina e Roma. Non basta però, perché al piccolo Antonio, il tifoso dell’Udinese che dopo la morte di Davide andò allo stadio con «Astori 13» scritto sul volto, è stata regalata la maglia viola numero 13. L’idea è stata dei viola club del Friuli, la Fiorentina invece ha già invitato Antonio e tutta la sua famiglia al Franchi.

Lui, Antonio, 4 anni, intanto colleziona selfie: dopo quello con Pioli, domenica se n’è fatto uno con Borja Valero, che una manciata di minuti prima aveva dedicato il suo gol a Davide. Il tutto in attesa di un altro Astori day: domenica al Franchi arriva il Cagliari e prima della partita le due squadre ritirerann­o, per sempre, la maglia numero 13.

Il regalo

Al piccolo tifoso di Udine che si disegnò il «13», è stata donata la maglia del capitano

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La maglia di Astori alla Basilica Santo Sepolcro di Gerusalemm­e

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