Corriere Fiorentino

La rinascita di Gagli, nata all’Argentario

Golf, il fiorentino torna a vincere 4 anni dopo: «Avevo perso sicurezza»

- Marco Massetani

Viaggio all’inferno del golf e ritorno. «Non vedevo una via d’uscita, era come stare aggrappato a una vetrata e scivolare sempre più in basso. I colpi non riuscivano più, i risparmi si stavano esaurendo. Sono stati quattro anni molto difficili. Se oggi c’è una persona che devo ringraziar­e è mia moglie Arianna perché non si è mai stancata di incoraggia­rmi».

Lorenzo Gagli, 32enne fiorentino, racconta così la sua eclissi dai green che contano, lui nato tra le buche dell’Ugolino, approdato nell’European Tour nel 2009 prima del grande smarriment­o: quattro stagioni lunghissim­e, dal 2013 al 2017, senza riuscire a riconquist­are la qualificaz­ione poi finalmente lo scorso novembre il rientro tra i grandi del circuito europeo, a ricompatta­re la pattuglia azzurra insieme ai vari Molinari, Manassero, Paratore, Bertasio e Pavan.

«Cosa è successo? Basavo tutti i risultati sulla ricerca della perfezione tecnica, e sbagliavo, perché quello di cui avevo bisogno era ritrovare il mio golf naturale», spiega Gagli che deve la sua rinascita anche alla collaboraz­ione con Emanuele «Peppo» Canonica all’Argentario («Mi ha restituito sicurezza nello swing») alternata a qualche check con Simone Rosi sui campi di casa dell’Ugolino («Suo padre è stato il mio primo maestro, ci siamo messi a rivedere i video del 2010 e del 2011, quando giocavo bene»). Il talento annunciato, poi offuscato, è tornato a risplender­e lo scorso marzo, quando Gagli ha conquistat­o il Bar- clays Kenya Open, suo primo successo nell’European Challenge Tour («È stato come sfatare un tabù»), seguito dal secondo posto nel Turkish Airlines Challenge: due risultati di pregio che gli sono valsi il primo posto nella classifica Challenge Road to Ras Al Khaimah e la riconferma anche per il 2019 nel circuito europeo più importante.

L’esordio stagionale italiano è fissato per domani al Rocco Forte Sicilian Open di Sciacca, e potrebbe regalare altre soddisfazi­oni. «Il campo mi piace, senza pressioni mi sento competitiv­o, vedremo quanto il vento potrà incidere sulla gara», afferma Gagli che scommette forte sul golf azzurro a lungo termine. «Sul Tour siamo sette giocatori di qualità, un numero eccellente se consideria­mo i tesserati in Italia. La Ryder Cup di Roma 2022? Un’occasione unica in grado di garantire un ritorno tre volte superiore agli investimen­ti. Perché è sul numero di campi che l’Italia è in grave ritardo rispetto a Paesi anche come la Turchia».

Fuori dal tunnel «Basavo tutti sulla ricerca della perfezione invece avevo bisogno di trovare il mio swing»

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Lorenzo Gagli è nato a Bagno a Ripoli nel 1985

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