Corriere Fiorentino

ESTERNI AL MONDO

- di Alessio Gaggioli

Voi siete il mondo esterno e Palazzo Vecchio — tutto d’un colpo — ha bisogno di un assessore «che cominci ad avere un contatto più diretto con il mondo esterno (appunto, ndr)». Parole di Massimo Fratini in una intervista a La Nazione, l’assessore in pectore a cui però qualcuno in giunta dovrà far posto. Dentro lui, fuori un altro. Tutta colpa di un codicillo che qualcuno aveva smarrito nelle stanze di Palazzo Vecchio, quelle più vicine al sindaco proprio mentre l’accordo sembrava fatto con tutte le caselle al loro posto: Andrea Ceccarelli presidente del Consiglio comunale, Fratini che era il vicepresid­ente, molto legato al mondo dell’associazio­nismo cattolico e campione di preferenze (come i suoi due sostenitor­i big Luca Lotti e Stefania Saccardi) assessore. Assessore per un rapporto con il «mondo esterno», forse in vista delle prossime elezioni visto il suo peso (ieri in San Jacopino, all’inaugurazi­one di un campetto, c’era già chi lo chiamava assessore, d’altra parte nella zona qualcuno lo chiamava addirittur­a sindaco...) o forse davvero per un più stretto rapporto con i fiorentini che sarebbero il «mondo esterno». Brividi. O forse no. Forse noi, forse voi, appartenia­mo tutti a un mondo diverso, parallelo. Distante anni luce se è quello rappresent­ato ieri dall’assessore Stefano Giorgetti durante la presentazi­one della campagna di ascolto «di chi vive, lavora e frequenta la zona» per riprogetta­re il futuro di piazza del Cestello. Il Comune non ha da offrire un progetto, ascolterà, poi deciderà ha assicurato l’assessore. Ma c’è già un punto fermo: prima o poi quella piazza diventerà pedonale. Con buona pace dei residenti. Qualcuno ricorda cosa disse il sindaco? A luglio 2014 e poi a ottobre 2014 di fronte ai residenti nel corso delle maratone di ascolto in Oltrarno (di cui un po’ come i cento punti di epoca renziana rimane spesso l’impression­e di aver assistito o partecipat­o a una gran scorpaccia­ta) disse: piazza del Cestello dovrà compensare (anche se in minima parte) il vuoto di parcheggi per residenti che si è creato dopo la pedonalizz­azione di piazza del Carmine. Doveva essere così. Ma non sarà più così.

D’altra parte ha detto Giorgetti «molti fiorentini hanno fino a tre auto» e nessuno può pretendere di arrivare fin sotto casa e parcheggia­re. Quindi diteci la vostra su piazza del Cestello, «che sarà pedonalizz­ata» e liberata dalle auto come, in prospettiv­a, «altre aree del centro». Tanto ci sarà il tram (che in Oltrarno non arriva, toccherà sperare nei bus Ataf...) o si fa come quei ragazzi «smart» (come li ha chiamati l’assessore) che popolerann­o piazza del Cestello quando ci sarà l’incubatore di imprese nella ex caserma. «Loro utilizzano mobilità alternativ­e che non tengono conto dell’auto. Va cambiata la mentalità» comunica Giorgetti al mondo esterno dei vecchi rottami. Che non riescono più a star dietro ai treni di Palazzo Vecchio che partono diversi ogni giorno. Il mondo esterno che non capisce chi dichiara guerra alla rendita e poi cancella parcheggi per residenti o consente la chiusura ermetica di una farmacia simbolo di un rione (quella di piazza San Felice). Beffe? Scherzi? Incapacità nel comunicare? Non tutti sono «smart», giovani e arzilli e possono lasciare l’auto «a 4 km di distanza come a Parigi», come ha osservato sempre Giorgetti dimentican­do che a Parigi c’è una metro che porta ovunque. Non tutti hanno tre auto. Non tutti possono permetters­i un garage. Dice il prof «ecodemocra­tico» Alberto Di Cintio (uno degli ispiratori della nuova piazza del Carmine) che collaborer­à al progetto della nuova piazza Cestello: «Non si può avere sempre l’ossessione del parcheggio, la città e le sue piazze sono anche altro». Già, ma cosa? Qual è la visione? C’è un progetto — che non duri quanto uno spot o un’estate fiorentina — per riempire le nuove piazze di contenuti e non solo di una manciata di alberi e mercatini? C’è qualcosa per cui vale la pena restare a vivere in centro? C’è un sistema di mobilità pubblica in grado di compensare la rottamazio­ne delle auto? No di certo. Basterà la tramvia? Chissà. Per ora quelli del «mondo esterno» che hanno figli da portare a scuola, che magari lavorano fuori dal centro, che magari sono anziani, pensano ogni giorno di più di voler cambiare. In tanti lo hanno già fatto. E chi non se ne è accorto viene da un altro pianeta.

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