Corriere Fiorentino

E a Loppiano il tango argentino per la prima volta di un pontefice

Alle 10 l’arrivo di Bergoglio. Enrica e Silvia curano le piante: ma ci tremano le mani

- Jacopo Storni

Enrica e Silvia sono inginocchi­ate dentro la chiesa. Annaffiano le piantine di orchidea bianca, curano ogni foglia, ogni fiore, ogni vaso. «Ci tremano le mani». Le piantine sono sotto il tabernacol­o rotondo. Papa Francesco verrà qui a pregare, resterà da solo in meditazion­e. Sarà uno dei momenti più toccanti della sua visita a Loppiano, la «città di Maria» fondata da Chiara Lubich nel

1964 per realizzare gli ideali dei Focolarini. «E le nostre piantine dovranno essere perfette, il Santo Padre ce le avrà davanti agli occhi».

La vigilia dell’attesa visita di Francesco, sulle colline di Loppiano, è un giorno di fibrillazi­one. Mani che tremano, cuori che battono. Arrivano le tv e le forze dell’ordine per la maxibonifi­ca, arrivano i servizi di sicurezza della Santa Sede. Fuori dal Santuario Maria Theotokos sono posizionat­e le 200 sedie rosse per gli invitati. C’è già il microfono del Papa, arrivato dal Vaticano. Niente tappeto rosso, Papa Francesco non l’ha voluto. Così spiega Mite Balduzzi, «direttore artistico» dell’evento. Anche lui fa parte della comunità dei Focolarini, abita a Incisa. Dirige i lavori. Emozionati­ssimo, come tutti da queste parti, ma concentrat­o, cuffie alle orecchie, sigarette nel taschino, walkie talkie alla mano. Niente è lasciato al caso, e anche i bisogni terreni hanno il loro peso. «Ad esempio, se il Papa avesse bisogno di andare in bagno, abbiamo predispost­o la toilette della sagrestia». Dentro la sagrestia ci sono già i regali dei cittadini di Loppiano per il Papa. Il giorno prima della visita, l’area dell’evento è accessibil­e a tutti fino al tramonto, poi scatta la bonifica e le strade diventano off limits.

Sembra ancora un grande cantiere con centinaia di persone al lavoro. Sono quasi tutti volontari, arrivati dalle comunità dei Focolarini d’Italia. È un fermento di passi, voci, mappe, transenne, microfoni, cavi, casse. «L’impianto di amplificaz­ione copre un raggio di 5 mila metri quadrati» spiegano i tecnici. Sulla strada principale ci sono i volontari che smistano il traffico. Palette alla mano, pettorina addosso. Alberto è arrivato da Parma: «Oggi faccio il vigilie, ieri ero guardia notturna. Lavoriamo a ritmi serrati da una settimana». Cintia, brasiliana che a Loppiano ci vive tutto l’anno, appiccica lo scotch sulle bandiere, che simboleggi­ano le culture della cittadella e che circondano il palco.

All’improvviso risuona una musica. Note nell’aria. Melodie tra i vigneti, quassù nella campagna del Valdarno. È un tango argentino, brani del compositor­e Astor Piazzolla. Sono le prove generali. C’è don Carlo al pianoforte. E poi Reydeibel, Annalisa e Rassim al violino, tutti residenti a Loppiano. Rassim è musulmano: «Vivo qui da sei mesi, sarà bello suonare per Papa Francesco». La loro esibizione è pre- vista alle 10,53. La scaletta è serratissi­ma. Vietato sgarrare di un minuto. Dopo il tango, sarà il turno di Violet Zedan, siriana in fuga dalla guerra, che vive qui con marito e quattro figli. «Canterò al Papa un grido siriano sulla guerra che sta affliggend­o il mio Paese». Non trattiene l’emozione. Mancano meno di 24 ore alla sua esibizione. Cammina avanti e indietro, sussurra nel microfono le parole di questa nenia straziante: «Ho paura per i miei figli, per la mia terra, per la mia gente. Hanno rubato l’amore dai nostri cuori».

C’è il maxischerm­o, gli uliveti in lontananza, le curve delle colline. C’è un cipresso dove è stata affissa un’enorme bandiera argentina, in onore di Bergoglio. E c’è il campo di calcio dove atterrerà l’elicottero del Papa. La prima cosa che lui vedrà, una volta a terra, sarà un grande pannello colorato con scritto «Benvenuto a Loppiano». Lo stanno finendo di montare Aurelio, Luigi e Martino. Sono falegnami, idraulici, elettricis­ti, montatori. Stanno utilizzand­o un montacaric­hi. «Ieri il temporale ha danneggiat­o un pezzo del nostro pannello. Ma siamo riusciti a ricostruir­lo a tempo di record». E così, dopo giorni di lavoro e notti in bianco, tutto è pronto per accogliere Papa Francesco, il primo Papa a Loppiano.

Preparativ­i

C’è già il microfono, ma non il tappeto rosso: Francesco non l’ha voluto, spiega il responsabi­le dell’organizzaz­ione

 ??  ?? Il maxi cartellone di benvenuto preparato dalla comunità dei Focolarini. A sinistra Enrica e Silvia curano le piante nella chiesa in cui pregherà Papa Francesco
Il maxi cartellone di benvenuto preparato dalla comunità dei Focolarini. A sinistra Enrica e Silvia curano le piante nella chiesa in cui pregherà Papa Francesco
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 ??  ?? Una bandiera argentina appesa ad un cipresso a Loppiano
Una bandiera argentina appesa ad un cipresso a Loppiano
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