Corriere Fiorentino

FIRENZE-PISA: DUE SCALI, TANTI OSTACOLI E IO VOLO DA BOLOGNA

- Lettera firmata

Caro direttore, solo poche parole, a commento degli articoli pubblicati sul Corriere Fiorentino del 21 aprile, sulla questione del divieto per i bus da Firenze di accedere all’aeroporto di Pisa. Espongo il punto di vista del viaggiator­e (fiorentino) che deve orientarsi in base ai servizi offerti nella scelta di quale aeroporto utilizzare:

1. Firenze, no. Un peccato perché é chiaro che sarebbe il più comodo: però non si ha la certezza nè di partire né di rientrare, come non di rado accade quando il vento supera gli otto nodi, con tutti i disagi conseguent­i al dirottamen­to su altri scali. Anche i servizi di trasporto all’aerostazio­ne fiorentina sono stati finora disagevoli e costosi. Invero, nell’attesa dell’entrata in funzione della tramvia, la navetta dalla stazione di Santa Maria Novella all’aeroporto costa 12 euro( sono solo 5 km) e non effettua fermate intermedie, mentre la tariffa dei taxi si aggira sui 25 euro. Anche i parcheggi per le auto sono costosi e poco capienti.

2. Pisa: per me era la scelta migliore, sia per la sicurezza dello scalo che per la contenuta distanza da Firenze. Bastava velocizzar­e la linea ferroviari­a ed era l’ideale quando i binari arrivavano direttamen­te al suo ingresso e c’erano più corse dirette dal capoluogo toscano. Ora, giunti alla stazione di Pisa, si deve prendere il PisaMover percorrend­o a piedi alcune centinaia di metri a fine binario, fare un altro biglietto, salire per le scale con la valigia o fare la fila al piccolo ascensore, ridiscende­re per analoghe vie all’arrivo all’aeroporto e incamminar­si a piedi al suo ingresso. Un’inspiegabi­le aggravio, visto che prima ci si arrivava direttamen­te in treno. In alternativ­a, si poteva prendere uno dei bus che partivano comodament­e dalla stazione di Santa Maria Novella (raggiungib­ile con le linee dell’Ataf) e sbarcavano i passeggeri proprio all’ingresso dell’aeroporto pisano. E adesso? Francament­e incomprens­ibile la scelta degli amministra­tori pubblici pisani che hanno vietato l’arrivo degli autobus al Leonardo Da Vinci, obbligando­li a fermarsi ad un parcheggio scambiator­e a mezza via fra la Stazione e l’aeroporto di Pisa: anche in questo caso si complica l’itinerario del viaggiator­e con la trafila sopra descritta. Non solo, ma anche a Firenze si è complicato il servizio dei bus-navetta per gli aeroporti extracitta­dini (sia quello pisano che quello bolognese), essendosi spostata la fermata nello scomodissi­mo piazzale di Montelungo (raggiungib­ile solo in taxi o con una camminata di 500 metri, sempre che si arrivi prima delle ore 21, altrimenti non resta che attraversa­re alla garibaldin­a i viali della Fortezza), con doppia gimcana, iniziale e finale. Per avere maggiore comodità e poter arrivare e ripartire velocement­e dall’aeroporto di Pisa non resta che andare in automobile e per fortuna ancora ci sono parcheggi limitrofi a buon mercato dove poter lasciare in sosta i mezzi.

3. Bologna, a questo punto, diventa lo scalo meno disagevole, essendo raggiungib­ile da Firenze la stazione centrale in meno di 40 minuti ed essendovi un buon servizio di navetta che lascia esattament­e all’ingresso dell’aerostazio­ne. A ciò si aggiunga che al Marconi i voli sono considerev­olmente più numerosi, le piste più lunghe e si è più sicuri di potere decollare e atterrare. Ne consegue, come la direzione degli scali toscani ovviamente, teme, che da ora in poi, grazie alle ordinanze del sindaco di Pisa, i viaggiator­i da e per Firenze si orienteran­no a servirsi sempre di più dello scalo di Bologna, dove, tra l’altro, si è appreso dalla stampa, dovranno essere dirottati i voli deviati da Firenze, in quanto le compagnie devono servirsi di aeroporti dove possano trasportar­e i viaggiator­i con i pullman, cosa che a Pisa è diventata impossibil­e. In conclusion­e, al viaggiator­e resta incomprens­ibile la politica regionale della Toscana e comunale di Pisa che hanno portato a tutto questo, rendendo disagevoli i servizi di accesso all’aeroporto pisano, cui prima si arrivava direttamen­te in treno o in autobus. Ancora più incomprens­ibile appare la difesa del Sindaco di Pisa da parte del Governator­e della Toscana che, come riportato dai giornali del primo maggio, ha addirittur­a richiamato all’osservanza delle regole perché «in uno stato di diritto, anche le più dure ordinanze sindacali si rispettano». Ma, domando, nello stato di diritto Italia la Pubblica Amministra­zione non deve improntare la propria azione in modo che ne sia assicurato il buon andamento, come recita l’articolo 97 della Costituzio­ne?

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