Ora Toccafondi lascia: «Cedo il Prato, gratis»
Ieri l’incontro col sindaco: «Basta che arrivi una persona seria». E Biffoni cercherà acquirenti
L’affare sportivo s’è trasformato in affare istituzionale. E, forse, in affare di cuore. Paolo Toccafondi, presidente dell’ A. C. Prato appena retrocesso fra i non professionisti, ha dato mandato di vender la società gratis. E lo ha fatto affidando la pratica a un mediatore speciale: il sindaco della città (e tifoso) Matteo Biffoni, che dovrà trovare l’acquirente e trattare la cessione.
Il primo cittadino, proprio sul Corriere Fiorentino aveva duramente messo in discussione l’operato del presidente. L’incontro di ieri doveva essere dunque una sorta di chiarimento. Ma i protagoniandata sti sono andati oltre: «Mi basta che arrivi una persona seria, io garantisco che vendo a zero lire», ha ripetuto due volte il proprietario uscendo dall’incontro, evocando un conio e un tempo che non ci sono più. Quello in cui la sua famiglia, nel 1979, cominciò questa avventura di durata record alla guida del club azzurro.
Il vertice è durato un’ora. Il compito di Biffoni non appare facile, se si pensa che lo stesso presidente del Prato aveva già manifestato l’intenzione di regalare la società più volte negli ultimi anni a chi fosse interessato. Senza che tuttavia alcuna trattativa fosse mai in porto. Si ricordano, fra le ultime, quella di due anni fa con una serie di sponsor appoggiati da un azionariato dei tifosi («Orgoglio pratese») e quella dello scorso anno con un imprenditore cinese di cui non si è mai saputo il nome. Il peso che Biffoni si porta addosso pare ora sorretto soprattutto dalla passione, visto che è uno dei più assidui sostenitori del club, oltre che uno storico componente della Curva Ferrovia. I dubbi dell’amministrazione comunale, oltre che di una consistente fetta della tifoseria, erano legati negli ultimi tempi alla reale intenzione di Toccafondi di cedere la società.
«In questo momento c’è la garanzia massima da parte dell’A.c. Prato», ha puntualizzato a questo proposito il sindaco. Ora a lui — a cui in questo periodo non mancano certo incarichi, responsabilità e incombenze — non resta che avviare l’attività di scouting. Del resto, quale tifoso non vorrebbe trattare personalmente la cessione della squadra del cuore?