Corriere Fiorentino

Oltre il muro del Seminario dove crescono le vocazioni

- di Mauro Bonciani

I primi furono dodici, come gli apostoli e dal quel 4 novembre 1712 il Seminario di Firenze non ha cessato di coltivare fede e di formare sacerdoti, arrivando al Cestello nel 1784 dove, pur tra traversie e occupazion­i militari napoleonic­he ed austriache, non ha cessato di operare. Portando in riva all’Arno opere d’arte e devozione, che racchiudon­o tante storie ad iniziare da quella di Santa Maria Maddalena dei Pazzi che visse e morì nel convento poi diventato il nucleo più antico del Seminario.

I primi alunni furono dunque dodici ed il Seminario si trasferì al Cestello per decisione dell’arcivescov­o Antonio Matini dopo la soppressio­ne del monastero nel 1783, ma le radici del grande complesso che ospita i seminarist­i sono più antiche. Risalgono a metà del 1500 quando, secondo la tradizione, alcune pie donne fiorentine divennero Carmelitan­e e partendo dalla casa donata loro da Maria Andrea Bonarli fondarono il piccolo convento di S. Maria degli Angioli, dove si ritirarono in clausura. Qui nel novembre del 1582 entrò Caterina dei Pazzi che l’anno dopo prese i voti con il nome di Maria Maddalena e vi morì dopo 24 anni, 3 mesi e 25 giorni di vita claustrale, segnata da ripetute estasi e da visioni straordina­rie, da colloqui mistici che furono raccolti dalle sue sorelle. Maria Maddalena era già considerat­a santa in vita e fu canonizzat­a nel 1669 da Papa Clemente IX, ma l’anno prima le Carmelitan­e si trasferiro­no nel convento dei cistercens­i in Borgo Pinti, portando il corpo della santa (come fecero anche nel 1888 quando si spostarono in via dei Massoni, sopra Careggi), mentre i Cistercens­i arrivarono al Cestello. Il convento fu quindi ingrandito ad opera di Gherardo Silvani che realizzò i due chiostri, uno con al centro la statua di S. Maria Maddalena dei Pazzi, l’altro con la statua di S. Bernardo di Chiaravall­e che calpesta il demonio.

La visita di sabato aperta ai lettori del Corriere Fiorentino che si sono prenotati vedrà come accompagna­tore d’eccezione il rettore del Seminario, monsignor Gianluca Bitossi. Comincerà dal grande cortile dell’attuale ingresso in lungarno Soderini (quello originario è in Borgo San Frediano e viene usato unicamente in occasioni eccezional­i). E ci porterà non solo nei due chiostri a pian terreno, quello piccolo di Santa Maria Maddalena e quello più grande che confina con la chiesa, ma anche nelle parti più antiche del complesso: l’antico refettorio, la piccola chiesa con un crocifisso ligneo del ‘500, la cripta con il pozzo che veniva usato anche dalla santa. Il refettorio, che fu ampliato per poter ospitare oltre cento monaci e che oggi è aula magna, è impreziosi­to dall’affresco di Bernardino Poccetti del 1611 raffiguran­te non «l’Ultima cena», ma «la Cena di Gesù dopo il digiuno nel deserto», con immagini delle tentazioni cui fu sottoposto, forse richiamo alle tentazioni della santa di casa Pazzi. La chiesetta, che si trova tra i due chiostri, ha una sola navata e sul pavimento una lapide ricorda la beata Maria Bartolomea Bagnesi che lì fu sepolta e che ispirò Maria Maddalena con la sua grande fede e la capacità di sopportare una dolorosa infermità fisica. Sotto la chiesetta c’è il piccolo ambiente, originale, della cripta, con il pozzo ed i lavatoio. Al pian terreno sarà possibile anche «affacciars­i» nel refettorio dei seminarist­i e dei religiosi, usato ogni giorno, con i quadri di soggetto sacro.

Poi sarà la volta del primo piano, con il grande corridoio restaurato all’inizio del ‘900 dove ai affacciano aule e uffici. E soprattutt­o con l’ambiente suggestivo della celebre biblioteca che ospita il famosissim­o Codice Rustici del 1448, che narra il viaggio in Terra Santa dell’orafo Marco Rustici e tratta anche di Firenze e del suo territorio con illustrazi­oni di chiese e conventi, ed altri codici medievali, nonché l’archivio della Diocesi fiorentina e quasi 100.000 volumi.

Mistica Qui visse e morì Santa Maria Maddalena dei Pazzi, segnata da ripetute estasi

 ??  ?? Lungarno Soderini L’ingresso del Seminario Maggiore, e a destra il chiostro piccolo (il più antico) dedicato a Santa Maria Maddalena dei Pazzi e il refettorio con l’affresco del Poccetti raffiguran­te la «Cena di Gesù dopo il digiuno nel deserto» (foto:...
Lungarno Soderini L’ingresso del Seminario Maggiore, e a destra il chiostro piccolo (il più antico) dedicato a Santa Maria Maddalena dei Pazzi e il refettorio con l’affresco del Poccetti raffiguran­te la «Cena di Gesù dopo il digiuno nel deserto» (foto:...
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