Corriere Fiorentino

Ghelli, «giochi» inediti E una festa a Fiesole

Oggi mostra fino alle 21 e musica con gli Elektronau­ti

- Loredana Ficicchia

La curatrice

«Le opere sono di grande interesse, ma ancor di più gli intrecci con la critica»

Un artista ancora acerbo che mostra una grande capacità di ascolto dell’ambiente in trasformaz­ione. Un artista appassiona­to che si approccia all’arte con un metodo mentale. È il Luciano Ghelli che Fiesole ricorda oggi, nel giorno della nascita. L’omaggio prende forma con una festa in piazza Mino e con l’apertura fino alle 21 nella Sala del Basolato della mostra che documenta la prima fase creativa dell’artista scomparso nel 2014: Giuliano Ghelli inedito. Gioco e forma in opere dal 1963 al 1983 nel clima fiorentino contempora­neo. L’analisi di questa prima fase di Ghelli è stata analizzata dalla curatrice dell’esposizion­e, Mirella Branca che alle 18.30 interverrà alla visita speciale alla mostra e poi alle 19.30 assisterà all’esibizione musicale degli Elektronau­ti. «Le opere sono di grande interesse, ma ancor più gli intrecci con la critica del tempo, da Lara-Vinca Masini ad Aldo Passoni e Vinicio Berti — racconta — E poi il gioco, la robotica, una delle passioni di Luciano Ghelli giovane, quella stessa pulsione per la tecnologia che giustifich­erà negli anni a venire l’interesse per le macchine di Leonardo». Ghelli giovane che guarda all’avanguardi­a italiana ed europea degli anni ’60 e ’70, produce quadri e oggetti stupefacen­ti — 50 opere rintraccia­te di recente dagli eredi e perciò inedite — in cui si avverte la coerenza e la forza dell’artista, incentrata su una visione della realtà in chiave fantastica, ovvero stimolata dalla fantascien­za, molto di moda nell’Italia di quegli anni. Ed ecco il ciclo dei robot dei romanzi di Isaac Asimov, nelle quali si afferma un linguaggio fatto di lettere o cerchi, segni o forme libere, giunture meccaniche e dinamiche frecce direzional­i, colori intenziona­lmente privi del loro carattere pittorico, con chiaro riferiment­o all’industria. Ne emerge un mondo dove larga parte hanno il gioco, l’humour e la tendenza a trascender­e la tela, alla maniera post futurista. E poi le sagome colorate, quasi dotate di vita propria a riprova della sua inclinazio­ne per il racconto favolistic­o, come i Portapaesa­ggi, fatti di ruote, segnali stradali, binari, grattaciel­i. In mostra aperta fino al 20 maggio e promossa dalla Banca di Cambiano che possiede molte opere di Ghelli, altri artisti a lui contempora­nei come Valerio Adami, Luca Alinari, Vinicio Berti, Antonio Bueno, Pietro Gentili, Sebastian Matta, Gastone Novelli, Vittorio Tolu. Catalogo Polistampa.

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Sopra Luciano Ghelli scomparso nel 2014, e accanto una sua opera in mostra a Fiesole
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