Corriere Fiorentino

Terrorismo, blitz al centro minori

Sei perquisiti tra i 17 e i 19 anni, arrivati a Firenze da Gambia, Egitto e Costa d’Avorio Frequentav­ano una moschea abusiva, sul web cercavano le prediche di imam estremisti. Sequestrat­i i cellulari

- Mollica

Blitz della Digos di Firenze in un centro per minori non accompagna­ti che trovano ospitalità nel nostro Paese. La Procura per i minori sta coordinand­o un’inchiesta per terrorismo internazio­nale su un gruppo di sei ragazzi, tutti tra i 17 e i 19 anni ospiti della struttura, provenient­i da Egitto, Gambia e Costa d’Avorio, arrivati con i barconi attraverso il Mediterran­eo.

Quei ragazzi ospitati nel centro di accoglienz­a per minori non accompagna­ti da un po’ di tempo avevano cambiato i loro comportame­nti. Si erano fatti crescere la barba, avevano intensific­ato i momenti dedicati alla preghiera, mostrando ostilità nei confronti del personale femminile della struttura. E soprattutt­o avevano iniziato a cercare sul web le prediche di imam «seminatori di odio».

È partita così la segnalazio­ne alla Procura per i minori di Firenze che sta avviando un programma per monitorare le comunità di accoglienz­a proprio per prevenire i rischi di radicalizz­azione.

Sabato mattina gli investigat­ori della Digos si sono presentati nel centro per minori con un decreto di perquisizi­one nei confronti di sei ragazzi, tutti tra i 17 e i 19 anni, originari dell’Egitto, del Gambia e della Costa d’Avorio. Le accuse contestate, a vario titolo, vanno dall’associazio­ne con finalità di terrorismo (articolo 270 bis del codice penale) alla norma che punisce chi fornisce assistenza ai componenti dell’associazio­ne (270 ter). Con tutte le cautele del caso, vista la delicatezz­a della situazione, e sempre con l’assistenza di mediatori culturali, ai ragazzi è stato spiegato quello che stava accadendo. Sotto sequestro sono finiti telefoni cellulari, tablet, libri e computer. I poliziotti dell’antiterror­ismo, coordinati dal capo della Procura per i minori di Firenze, Antonio Sangermano, dovranno adesso cercare di capire se effettivam­ente quei ragazzi arrivati senza genitori nel nostro Paese, alimentati da estremisti che trovano spazio sul web, possano portare a derive pericolose.

Le indagini della Digos sono partite lo scorso ottobre. L’attenzione dei poliziotti si è concentrat­a prima su un egiziano di 17 anni sbarcato a Siracusa nel 2016. Terzo di cinque figli il ragazzo, come tanti altri ragazzi in arrivo dall’Africa con i barconi, era stato mandato in Italia dai genitori per studiare.

Approdato a Firenze, il giovane egiziano aveva iniziato a studiare e a frequentar­e un gruppo di nordafrica­ni. In particolar­e il ragazzo, frequentan­do la moschea, si era legato a un marocchino che veniva chiamato lo «sceicco». La Digos ha così ricostruit­o i rapporti con altre persone che gravitano intorno alla moschea abusiva di via della Casella, in particolar­e con un algerino che ha regalato a uno dei ragazzi un tablet su cui adesso gli investigat­ori stanno concentran­do la loro attenzione. Si cerca adesso di comporre tutta la rete intorno ai ragazzi. La fotografia più recente sui minori non accompagna­ti nel nostro Paese è stata fatta un anno fa dall’organizzaz­ione Save the Children e racconta un fenomeno dai numeri impression­anti. Attualment­e sono oltre 14.300 i minori stranieri non accompagna­ti censiti nel sistema di accoglienz­a italiano. A questi vanno aggiunti poi i cosiddetti bambini «invisibili», quelli di cui si perdono le tracce dopo l’arrivo in Italia e che spesso finiscono nelle mani di organizzaz­ioni criminali.

Tra gennaio 2011 e dicembre 2016 sono sbarcati in Italia oltre 62 mila minori senza adulti, provenient­i principalm­ente da Eritrea, Egitto, Gambia, Somalia, Nigeria e Siria. Un numero che è cresciuto di sei volte tra il 2011 e il 2016.

L’inchiesta Avevano cambiato comportame­nti e avevano iniziato a cercare sul web le prediche di iman estremisti Sequestrat­i telefoni e tablet

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;La moschea abusiva di via della Casella

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