E poi l’omaggio dei settemila nella «città senza periferie»
Francesco dal palco: «Qui si cammina tutti insieme». La presidente dei Focolarini Maria Voce: «Un sogno diventato realtà»
«Il sogno LOPPIANO (FIGLINE INCISA) è diventato realtà» dice Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari a Francesco, spiegando la festa dei settemila di Loppiano. I canti, i cori, le grida di gioia di tanti giovani salutano Papa Bergoglio, sorridente e a suo agio tra i Focolarini. Ricambia l’affetto, non solo interrompendo più volte il lungo discorso scritto per andare a braccio — «Ho qui 14 pagine, vi annoierete...», ha esordito il Papa mostrando i fogli al pubblico e sorridendo — ma soprattutto scendendo dal sagrato del santuario Maria Theotókos e rompendo il protocollo per salutare, stringere mani, benedire i bambini, prima di ripartire in elicottero per Città del Vaticano.
Una festa attesa dal 2014 quando Loppiano ha festeggiato i suoi primi 50 anni con un messaggio video di Bergoglio, ma anche una «lezione» in perfetto stile Francesco, con la richiesta di avere «fedeltà creativa» al Vangelo come risposta alle sfide di oggi, «del coraggio della fede, della cultura del noi non dell’io», come chiave di ogni cristiano. «Una volta un prete mi ha detto — racconta a braccio — padre, qual è il contrario dell’io? E io sono caduto nel tranello e ho risposto: tu. No, il contrario di ogni individualismo ed egoismo è il noi. Dovete portare avanti questa spiritualità del noi. Non è un fatto solo spirituale, ma una realtà concreta con formidabili conseguenze a livello sociale, culturale, politico, economico...».
Papa Francesco nel suo discorso di risposta alle domande fatte da alcuni Focolarini, compresi i rappresentanti dei migranti che da un anno studiano a Loppiano, parla «dell’unità, non uniformità» come vera educazione, «della prossimità come parola chiave del cristiano. Non si può essere cristiani senza prossimità».
«A Loppiano si vive l’esperienza di camminare insieme, con stile sinodale, come Popolo di Dio — sottolinea — E questo al servizio di tutti, con lo sguardo che abbraccia tutta l’umanità, cominciando da chi in qualunque modo è relegato nelle periferie dell’esistenza. Loppiano città aperta, Loppiano città in uscita! A Loppiano non ci sono periferie», aggiunge scatenando l’applauso. «A Loppiano tutti si sentono a casa», continua, chiedendo impegno «per una cultura dell’incontro, una civiltà globale dell’alleanza», di «pensare, sentire, operare bene».
La prima volta di un Pontefice nella cittadella fondata da Chiara Lubich, inizia all’alba con centinaia di persone da tutta Italia e da mezzo mondo in cammino nella nebbia sulla collina, e tutto fila liscio nonostante un giovane fermato dalle forze dell’ordine per aver gettato una bottiglietta d’acqua sul corteo papale e subito rilasciato dopo che ha affermato di averlo fatto per festeggiare l’evento.
Papa Francesco viene accolto dal vescovo di Fiesole, nella cui diocesi sorge Loppiano, Mario Meini, dai vertici dei Focolarini, dal sindaco di Figline e Incisa, Giulia Mugnai, dal cardinale e arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, e alla fine riceve l’assalto gioioso di una trentina di cittadini di Loppiano e di un gruppo di monaci buddisti thailandesi, assieme ai regali, tra i quali il «Patto di Loppiano», basato sul comandamento di Gesù «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» e sottoscritto da Bergoglio.
«Quando alla fine ho salutato il Papa, gli ho chiesto se si fosse stancato e lui mi ha risposto che si era divertito. È lui che ci sfida», rivela il presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce, mentre monsignor Meini commenta: «È stata una ventata di gioioso entusiasmo, un momento che non si potrà mai dimenticare». È il cardinale Betori a sottolineare il senso della visita di Francesco: «Il Papa è venuto a rendere evidente l’attualità del carisma dell’unità che Chiara Lubich ha testimoniato e che i Focolarini testimoniano».
Il cardinale Betori Francesco è venuto a rendere evidente l’attualità del carisma dell’unità di cui Chiara Lubich è stata testimone