NOI IMPRESE E I FONDI UE: LA REGIONE CI AIUTI A MANTENERE I PRIMATI
Caro direttore, in questi giorni in Europa si sta definendo il futuro delle Politiche di Coesione, la principale strategia comunitaria a sostegno degli investimenti e della competitività, pilastro fondamentale del processo di rafforzamento dell’integrazione europea. Anche nella nostra regione, tanti sono stati i progetti realizzati grazie alle risorse europee: pensiamo ai milioni di passeggeri che dal 2010 hanno utilizzato la tramvia di Firenze, migliorando la mobilità cittadina e riducendo sensibilmente le emissioni di gas serra, oppure alle centinaia di imprese che hanno realizzato importanti progetti di ricerca e sviluppo, o ancora agli interventi per l’autoimprenditorialità dei giovani. In particolare, sul fronte bandi, la Toscana è stata la prima Regione in Italia ad anticipare l’uso dei fondi europei dell’attuale programmazione per sostenere gli investimenti privati, anticipando così la partenza di quel circolo virtuoso che tanti benefici ha portato sul territorio. Tuttavia, oggi ci troviamo dinanzi a delle criticità cui siamo chiamati a far fronte. In particolare, sono due i principali rischi che corriamo: il primo è senza dubbio legato al prematuro esaurimento di fondi disponibili per le imprese, mentre il secondo è causato dai ritardati pagamenti ai beneficiari dei contributi. Riguardo al primo punto, la nostra idea è quella di provare a valutare una modifica del piano finanziario e rivedere le misure che non funzionano; potremmo ad esempio spostare risorse da capitoli di spesa che stanno andando a rilento per concentrarle su nuovi bandi per le imprese. Sul secondo però, per continuare a dare sostegno al territorio, occorre un’azione forte da parte della Regione, per accelerare i tempi di liquidazione dei contributi, anche - e soprattutto - per non rischiare il mancato raggiungimento del target di spesa imposto dall’Unione Europea entro il 2018, causando così la perdita delle risorse già assegnate. In questa fase di ripresa degli investimenti, in cui siamo chiamati a trasformare il nostro modello industriale in chiave 4.0. non possiamo permetterci distrazioni. La partita che si sta giocando adesso a Bruxelles sulla Coesione vale per la Toscana circa 1,5 miliardi in 7 anni, e come industria toscana non possiamo perdere questa occasione.
Il dopo elezioni e il quadro incerto della politica nazionale non devono distrarci da ciò che accade sui tavoli europei, in cui si prenderanno le decisioni che influenzeranno la vita futura di cittadini e imprese. Confindustria Toscana, anche alla luce del nuovo ruolo che l’Unione Europea affida agli stakeholder economici secondo il Codice europeo di condotta sul partenariato, continuerà a seguire con grande attenzione le proposte e i negoziati sui fondi post 2020, con la volontà di provare a fare la propria parte nel processo di rilancio del manifatturiero. Per restituire alla Toscana la sua identità industriale, dobbiamo poter contare su risorse adeguate alle politiche industriali che questa regione merita, che meritano le sue imprese, e che, soprattutto, meritano tutte quelle persone che in quelle imprese credono, investono e lavorano.
Due rischi Bisogna evitare che le risorse si esauriscano troppo in fretta E scongiurare i ritardi nell’erogazione dei contributi
Due proposte Valutiamo se cambiare il piano finanziario per spostare risorse su nuovi bandi e snelliamo le procedure per non sforare i tempi