Corriere Fiorentino

ANTICIPO DI PARTITA

- Di Stefano Fabbri

Per una campagna elettorale forse scongiurat­a, quella per le elezioni politiche nazionali, un’altra sembra aprirsi con grande anticipo a Firenze. Manca un anno al voto per il sindaco ed è difficile non coglierne già ora i segnali spesso marcati da un forte nervosismo. Come dimostra il caso della sostituzio­ne del presidente del Consiglio comunale che dovrebbe, per un equilibrio interno al Pd, tradursi anche nella nomina di un nuovo assessore. Ma per fargli posto in giunta, per trovargli una poltrona, sembra di essere tornati al gioco che facevamo alle feste tra adolescent­i, quando si girava attorno ad un gruppo di sedie e, finita la musica, c’era lo sfortunato che restava in piedi. E chi sarà l’assessore che resterà in piedi? Nella designazio­ne di Massimo Fratini ad assessore si può leggere un aggiustame­nto di tiro da parte del sindaco Nardella verso un segmento di mondo cattolico e, soprattutt­o, un segnale verso l’area del Pd che ha un punto di riferiment­o nel quasi ex ministro Luca Lotti, un possibile candidato nelle future sfide della Toscana? Spiegazion­i non ci sono state. Ma tracce di nervosismo si vedono anche nell’attenzione che alcuni esponenti, spesso di secondo piano, tra più vicini al nucleo renziano del Pd, riservano a tutto ciò che si muove appena oltre i confini del partito: sono infatti i più assidui commentato­ri del profilo Facebook attraverso il quale si esprime la nascente lista civica «Punto e a capo», che fa capo all’ex assessore Graziano Cioni, e che potrebbe drenare un dissenso altrimenti destinato a collocarsi ancora più lontano dal Pd e quindi difficilme­nte recuperabi­le nell’ipotesi di un ballottagg­io. E altro motivo di nervosismo può forse essere l’emergere sulla scena nazionale di esponenti M5S made in Florence, come Alfonso Bonafede, o di un centrodest­ra a trazione leghista ora libero dalle mediazioni alle quali in Toscana ci aveva abituato Denis Verdini. Una partita complicata nella quale avrà un ruolo anche la consueta fretta di fine mandato per portare a termine, o a buon punto, progetti che sono stati alla base del programma del sindaco. Anche se nodi quali aeroporto (qualunque ne sia l’esito), tramvia, sicurezza, coesione sociale e una nuova idea di città e di rimedi per il suo centro storico «disneyland­izzato» da scelte (o non scelte) che si susseguono da almeno 20 anni, difficilme­nte potranno essere sciolti dal pettine dell’ultimo anno. Forse bisognereb­be decidere con meno fretta e più chiarezza.

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