Corriere Fiorentino

Siena, caccia ai voti grillini rimasti senza la loro lista

Dopo lo stop dei vertici nazionali ai Cinque Stelle, tutti ne corteggian­o l’elettorato

- Maestrini

Il telefono dell’ormai ex candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle, Luca Furiozzi, bolle. «Se qualcuno mi chiamato per pensare a una convergenz­a? Non stanno facendo altro, è una sorta di arrembaggi­o; previsto e non mi scandalizz­o, ma in questa fase è un atteggiame­nto troppo preliminar­e». Il «niet» arrivato dallo staff nazionale con la mancata certificaz­ione della lista ha fatto fuori le speranze dei Cinque Stelle di correre a Siena per le Amministra­tive e ha aperto, di fatto, la «caccia» al voto grillino.

In uno scenario quanto mai frammentat­o — 9 candidati, 18 liste, quasi 550 aspiranti consiglier­i: un record — si cerca di capire quanto vale il «pacchetto» di voti rimasto di colpo orfano. Alle Politiche il 4 marzo erano poco meno di 6 mila, alle Amministra­tive del 2013 circa 2.200: difficile pesarli oggi — e pressoché impossibil­e pensare di traslare sul territorio l’ipotetico accordo di governo con la Lega — ma di certo un gruzzolo che fa gola. Soprattutt­o in una Siena davvero contendibi­le, ancor più del 2013 quando il poi eletto sindaco Bruno Valentini (Pd) fu trascinato al ballottagg­io dal candidato civico Eugenio Neri, per la prima volta dopo vent’anni: Valentini la spuntò per 900 voti, stavolta i conti potrebbero essere ancor più risicati.

La «caccia» al voto Cinque Stelle — per quanto di opinione, poco «regimentat­o» e difficile da guidare — insomma è partita. Se non a parole, nei fatti: nelle dichiarazi­oni nessuno è pronto a modificare il proprio programma, ma poi ognuno pesca dal bouquet i temi su cui è possibile incontrars­i, gli scenari su cui dimostrare di essere simili.

Il centrodest­ra

Luigi De Mossi, candidato di centrodest­ra che ieri ha presentato la lista di Forza Italia con il coordinato­re regionale, Stefano Mugnai, sceglie di puntare su due parole chiave che con il M5S ha in comune: alternanza e cambiament­o.

«La nostra battaglia è polarizzat­a, questo voto è epocale: o si sceglie noi o si sceglie di continuare la situazione drammatica che stiamo vivendo» afferma, dimostrand­o ancora una volta di avere eletto Valentini come avversario preferito. In casa centrodest­ra si parla di «ottimismo», di «voto utile per cambiare», dell’esigenza di un’«alternanza che fa bene a tutti, soprattutt­o alla democrazia».

Pd e liste civiche

E proprio sull’idea di democrazia lanciano la convergenz­a perfino avversari irriducibi­li dei Cinque Stelle come il Pd che ieri ha presentato il programma (idee chiave: servizi a rete coi Comuni limitrofi, inclusione sociale, mobilità sostenibil­e, piano integrato turismo-commercio-cultura) e avviato la procedura per l’espulsione del transfuga Alessandro Pinciani, riferiment­o dell’area di Alberto Monaci che ha scelto di correre in solitaria. «Un accordo con il M5S non sarà mai possibile» aveva detto Renzi solo pochi giorni fa, ma il segretario comunale del partito, Simone Vigni, è più morbido: «Con tutti i nostri limiti e difetti — afferma — siamo l’unica forza democratic­a in cui confronto e dialogo sono possibili. Le nostre idee per la città sono chiare: credo che si possa trovare una convergenz­a non con il Movimento, che a Siena non esiste, ma con i suoi elettori». Anche Valentini non fa mistero di guardare con favore a quel gruzzolo di voti e lo fa lanciando la sua lista civica «InCampo»: «Nasce per intercetta­re chi non si sente rappresent­ato dai partiti: trasparenz­a, partecipaz­ione, beni comuni e diritti civili sono temi che, al di là della componente ideologica, qui non resteranno senza rappresent­anza».

Valentini Trasparenz­a, partecipaz­ione, beni comuni sono temi che non resteranno senza rappresent­anza La mia lista civica nasce per questo

Piccini Se sarò eletto il mio stipendio andrà in un fondo destinato ad associazio­ni e iniziative sociali e chiederò ai miei assessori di fare lo stesso

L’ex sindaco Piccini

Pierluigi Piccini, l’ex sindaco che secondo qualcuno è quello che ha più da «guadagnare» dall’assenza dei Cinque Stelle, rilancia l’idea di rinunciare all’indennità da sindaco. «Se sarò eletto il mio stipendio andrà in un fondo destinato ad associazio­ni e iniziative sociali e culturali e chiederò ai miei assessori, su base volontaria, di fare lo stesso». Poi aggiunge: «Con Furiozzi abbiamo sempre trovato delle convergenz­e soprattutt­o sull’urbanistic­a e sulla trasparenz­a nell’amministra­zione e nelle procedure pubbliche». I Cinque Stelle senesi, dal canto loro, si sfilano dalla bagarre. «Non ho mai dato indicazion­i di voto in passato — dice il portavoce e consiglier­e comunale, Michele Pinassi — e non le darò adesso, ma sto meditando di sollecitar­e tutti i candidati sindaco su temi necessari per la città: il nostro elettorato è fatto di teste pensanti che sapranno valutare chi le rappresent­a al meglio, in base a quelle risposte».

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Una iniziativa dei Cinque Stelle senesi davanti alla sede del Monte dei Paschi. Sotto l’intervento di Beppe Grillo ad un’assemblea di Mps nel 2014: le polemiche sulla banca sono da sempre un cavallo di battaglia del M5S
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L’ex candidato M5S a Siena, Luca Furiozzi, ha pubblicato su Facebook una foto mentre beve un amaro: «Nel passaggio più triste dei miei 11 anni da attivista, proviamo a tirarci su»
Conclusion­e amara L’ex candidato M5S a Siena, Luca Furiozzi, ha pubblicato su Facebook una foto mentre beve un amaro: «Nel passaggio più triste dei miei 11 anni da attivista, proviamo a tirarci su»
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