«Salvare il mare» La missione del soldato Ivan
Rosignano-Capo Horn dal 10 giugno: «Per ripulire il mare»
Lui è Ivan Dimov, bulgaro, ex soldato in Afghanistan, ora residente a Barberino del Mugello e tra meno di un mese marinaio solitario con rotta Capo Horn. Partirà da Rosignano la sua missione per raccogliere e segnalare la plastica che invade il mare. Il sogno di una vita che si realizza con una missione: «Lanciare un messaggio forte per salvare l’Oceano».
Ivan Dimov sta finendo di sistemare gli ultimi dettagli prima della partenza per un’impresa che fino ad oggi non è stata mai tentata: il giro del mondo in solitaria, senza mai toccare terra, su una barchetta lunga meno di sei metri, una Coco Minitransat. «Minnie» (questo è il nome della barca) è stata costruita in un cantiere di Cecina, è stata battezzata domenica 22 aprile e adesso si trova nel porto di Rosignano per le rifiniture: da qui raggiungerà via terra La Rochelle, in Francia, da dove il 10 giugno partirà verso il Capo di Buona Speranza per iniziare un viaggio lungo 28 mila miglia e lanciare un appello per salvare il mare. Ivan raccoglierà tutta la plastica che troverà lungo il tragitto e preleverà campioni d’acqua che al rientro consegnerà all’Istituto oceanografico di Trieste che potrà così valutare il reale stato di salute delle acque.
Ivan legherà insieme i pezzi di plastica e poi li butterà nuovamente in mare insieme a un dispositivo di segnalazione internazionale e a un messaggio: il segnale raggiungerà le barche più grandi spingendole verso la plastica da raccogliere, il messaggio spiegherà il senso della missione e perché è importante rispondere.
Seguendo la rotta tradizionale della circumnavigazione dei tre capi navigherà lungo tutto l’Atlantico fino al Capo di Buona Speranza in Sud Africa poi attraverserà l’Oceano Indiano fino a Capo Leeuwin in Australia, passerà davanti alla Nuova Zelanda e proseguirà nel Pacifico fino a Capo Horn in America Latina, per poi risalire l’Atlantico fino al porto di partenza in un viaggio che dovrebbe durare circa un anno. Un’impresa mai compiuta con un’imbarcazione di queste dimensioni.
«Ho passato la domenica a mettere i vestiti sottovuoto — dice Ivan al telefono — E mi sto preparando a partire».
Come sopravviverà in mare da solo per tutto questo tempo? «A bordo ho un generatore e pannelli solari per l’energia. Filtrerò l’acqua del mare per bere e sto mettendo a bordo cibo liofilizzato, frutta secca e semi per mangiare nei giorni in cui non riuscirò a pescare. La barca dispone di un sistema satellitare che mi permetterà di mandare immagini e filmati del mio viaggio, avrò con me un telefono satellitare». Non ha paura? «Di stare da solo in mezzo all’Oceano? No». Lo dice quasi sorridendo e quando racconta la sua storia si capisce perché. Ivan è bulgaro e il suo sogno è sempre stato fare il giro del mondo su una barca. Quando aveva sette anni, salì su una nave di pescatori portandosi dietro un pezzo di pane e uno di formaggio e partì per il suo viaggio. Lo trovò la Marina Militare tre giorni dopo, perso in mezzo al Mar Morto, disidratato, denutrito, mezzo morto. Lo riportarono a casa. Ma non si era spaventato, aveva solo rimandato il suo sogno.
Skipper di professione, ha fatto tutta la carriera militare, ha combattuto con i russi in Afghanistan, ha lavorato sulle navi in giro per tutti i continenti e poi si è messo a cercare «il posto più bello del mondo» per fermarsi a vivere: lo ha trovato, a Barberino Val d’Elsa, e qui ha lavorato quindici anni per un diplomatico britannico. Poi, la decisione di cambiare ancora e recuperare il sogno, unendolo ad una missione ambientale. «Tra pochi giorni avrò 55 anni — dice — e negli ultimi sette ho lavorato alla realizzazione del mio sogno. L’età avanza: o lo faccio ora, o non lo faccio più».
«Minnie» è pronta, grazie ai fondi di Enegan (azienda fiorentina che vende luce e gas da fonti rinnovabili) che lo sostiene con il suo programma, Salviamo il Pianeta: «Noi viviamo perché esiste l’Oceano — dice Ivan— La mia missione non è solo battere il record di navigazione in solitaria, è mandare un messaggio per restituire al mondo un po’ di tutto quello che mi ha dato: salviamolo»..
Passato Ho combattuto in Afghanistan, da 7 anni lavoro a questa impresa O adesso o mai più