Corriere Fiorentino

Strozzina, il divieto e le scuse alla disabile

Negato l’accesso a una visitatric­e. «Errore grave, la invitiamo a tornare»

- Edoardo Semmola

Una visitatric­e di Palazzo Strozzi accusa, su Facebook: «Mi hanno negato l’accesso alla Strozzina, non era possibile scendere al piano interrato con la carrozzina». La Fondazione immediatam­ente si scusa: «È stato un inconvenie­nte, un banale, sebbene grave, fraintendi­mento». E la invita a tornare per una visita «riparatori­a».

Il tema delle barriere architetto­niche è particolar­mente spinoso nei palazzi storici dove è più difficile che altrove intervenir­e per eliminarle. Ma l’inconvenie­nte che si è verificato domenica è stato frutto di «errore umano». A denunciarl­o, sulla propria pagina Facebook, è stata Lorena Sireno, artista pisana sulla sedia a rotelle, che ha scritto un post intitolato «Gravi segni di discrimina­zione alla mostra di Hollster a Palazzo Strozzi»: «Abbiamo provato, tramite l’ascensore, ad andare nei sotterrane­i dove si trova tutta la parte laboratori­ale, l’accesso veniva negato — ha scritto — Cosa purtroppo confermata dall’addetto ai biglietti a cui ci siamo rivolti per spiegazion­i».

L’accesso all'ascensore per la Strozzina è subordinat­o all’uso di una chiave di sicurezza alla presenza di un addetto alla biglietter­ia. «Che con molta arroganza ci ha detto che non si poteva scendere — racconta Lorena — Non ci ha voluto accompagna­re liquidando­ci in tutta fretta, perché avremmo dato noia all’allestimen­to». Lorena Sireno veniva «appositame­nte da Pisa per questa mostra e la cosa mi ha dato particolar­mente fastidio». Palazzo Strozzi ha avviato subito un’indagine per appurare responsabi­lità e dinamiche ha contattato la signora: «Purtroppo la persona a cui si è rivolta non le ha dato la corretta informazio­ne — è stata la risposta — Chi ne fa richiesta può sempre utilizzare l’ascensore per scendere negli spazi della Strozzina. Sebbene all’interno di un palazzo storico, lavoriamo per “abbattere” tutte le barriere architetto­niche presenti». «Accetto le scuse — ha ribattuto la signora — e accetto l’invito a tornare».

Il caso

La Fondazione ha avviato un’indagine interna per appurare le responsabi­lità

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