Corriere Fiorentino

Livorno sfida il degrado a colpi di graffiti d’arte «Simbolo di rinascita»

- Giacomo Salvini

Il quartiere Garibaldi è diventato un museo a cielo aperto: per riqualific­are la zona quattro giovani ragazze (ribattezza­te ironicamen­te «Uovas») hanno deciso di combattere il degrado con l’unica arma a loro disposizio­ne, il pennello.

A un anno di distanza dalla nascita del progetto «Uova alla pop» il quartiere si è colorato con le opere di street art di artisti di fama internazio­nale come Clet e presto anche Exit/Enter: oltre ai celebri sticker sui cartelli stradali, sui muri delle strade adesso ci sono anche Habibi, Coriandolo e le sorelle Maràmazov. Personaggi esotici dalla storia antica per inviare un messaggio preciso ai molti immigrati che negli ultimi anni hanno invaso la zona: «Siete a casa vostra». Il quartiere popolare Garibaldi infatti non è più quello di una volta: le botteghe artigiane e i fondi di pescatori e calafati non esistono più da molto tempo e le strade sono state invase da minimarket e fast food di tutte le etnie. Così in poco tempo via

 Abbiamo provato a inserirci in un luogo arido dal punto di vista commercial­e cercando di unire la richiesta di sicurezza al nostro desiderio di creare un centro di cultura popolare

della Pina d’Oro, Piazza Garibaldi e via Terrazzini sono diventate il ricettacol­o del degrado in città: spaccio di droga, microcrimi­nalità, risse continue.

Non è tanto la mancata integrazio­ne a far paura agli ultimi residenti livornesi rimasti ma quel senso di paura e insicurezz­a che piano piano si sta espandendo anche ai quartieri limitrofi. Le istituzion­i fanno il possibile ma le ordinanze del Comune contro la vendita di alcolici e i controlli a tappeto della polizia non bastano. Da qui nasce il progetto «Sicurezza in Garibaldi»: «Un anno fa, un giorno sì e l’altro pure, davanti al nostro fondo si accoltella­vano in pieno giorno — racconta Valeria Aretusi, architetta e tra le fondatrici di “Uovo alla pop” — oggi le cose sono un po’ cambiate, abbiamo provato ad inserirci in un quartiere completame­nte arido dal punto di vista commercial­e cercando di unire la richiesta di sicurezza al nostro desiderio di creare un centro d’arte, popolare e che partisse dal basso».

A marzo 2017 Valeria, Libera, Giulia e Viola hanno fondato il collettivo «Uovo alla pop» e vinto il bando regionale «Sicurezza in Garibaldi» per riqualific­are il quartiere con le loro opere di street art: «L’uovo è il simbolo di nascita e rinascita», spiega Aretusi. Ma le quattro “Uovas” – di profession­e designer, architetto, pittrice e poetessa – non si vogliono fermare qui: prima l’asta pubblica sui cartelli di Clet che ha permesso di raccoglier­e duemila euro per gli alluvionat­i e adesso hanno fatto partire una campagna di crowdfundi­ng («Parete Aperta») per portare in Garibaldi un festival della street art.

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Alcune delle opere nel quartiere Garibaldi realizzate dalle quattro ragazze del gruppo «Uovas»
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