Maggio in rosso
La fondazione potrebbe venderli per fare cassa. Presto il vertice con Nardella e Barni
La Fondazione chiede un immobile alla Regione per venderlo e fare cassa
Il giorno dopo la pubblicazione dell’ultima relazione del commissario Gianluca Sole sullo stato di salute del Maggio si tirano le somme e si fanno i conti. Ma soprattutto arriva l’impegno da parte del sindaco di Firenze Dario Nardella e dell’assessore regionale alla Cultura Monica Barni a trovare una soluzione comune. L’ipotesi è di incontrarsi con il sovrintendente del teatro Cristiano Chiarot già la prossima settimana per studiare insieme una soluzione «che — dice Nardella — abbiamo ben chiara e sulla quale stiamo lavorando da tempo» . Per uscire dalla situazione di criticità grave occorrerebbe una ripatrimonializzazione della Fondazione del Teatro pari a 18 milioni di euro (a forte di un debito complessivo di 62). Una cifra importante che però è già in parte coperta ( per sette milioni). Il Comune di Firenze si è infatti già impegnato a cedere al Maggio Villa Gualtieri, un immobile situato a Montepiano e in passato (fino al 1992) utilizzato come colonia estiva che a oggi è inutilizzato. La villa, valutata per tre milioni circa, potrebbe essere messa in vendita dalla Fondazione che lancerebbe un’offerta pubblica d’acquisto non appena verrà formalizzata la cessione da parte del Comune. Poi ci sarebbero da vendere alcuni dei lampadari che abbellivano il vecchio Comunale, 12 in tutto, tra foyer e corridoio, oltre alle centinaia di plafoniere della sala. Quei lampadari hanno un valore complessivo di 4 milioni — tanto li ha stimati un perito del tribunale — perché portano la firma di Carlo Scarpa e sono stati nel frattempo notificati dalla Soprintendenza. Durante il trasloco nella nuova sede i lumi non furono contabilizzati nel patrimonio e dunque rappresentano un surplus che Chiarot vuole mettere a rendita. Se dovessero andargli in porto entrambe le vendite la metà dei 18 milioni sarebbe decisamente più accessibile. Ragion per cui è sulla cessione di un altro immobile, questa volta da parte della Regione, che si starebbe orientando la Fondazione. Monica Barni su questa ipotesi non si esprime in maniera esplicita. «Incontreremo il sindaco e il sovrintendente quanto prima, già la settima prossima — ci dice al telefono da Bruxelles — se cederemo un immobile com sta facendo il Comune? Non so. Voglio essere ottimista sul futuro della Fondazione e mi spingo anche a esserlo ma solo se si lavorerà, tutti i soci e le istituzioni, facendo fronte comune e impegnandoci insieme»