«E ora cinque opere al Palazzo di Giustizia»
Nardella e Risaliti agli studenti dell’Accademia di Belle Arti: la città sia produttiva
Hanno chiesto agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di «aiutarci a cambiare gli equilibri nell’arte, spostandoli dal passatismo al contemporaneo». Il sindaco Dario Nardella e il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti, si sono rivolti agli studenti perché «più di tanti altri siete in grado di capire la necessità della città di tornare a interrogarsi, a far discutere — ha arringato così, il primo cittadino, con grande trasporto emotivo, i tanti ragazzi accorsi alla presentazione del nuovo allestimento del museo — perché torni centro produttivo e non mero museo di se stessa».
Non una lezione ma una «chiamata alle armi» (dell’arte) è ciò che Nardella e Risaliti hanno pensato per «il centro formativo per antonomasia nel campo della creatività». Ma è stata anche l’occasione per annunciare l’inaugurazione delle cinque nuove opere d’arte collocate presso il Palazzo di Giustizia di lunedì prossimo. «Abbiamo destinato 600 mila euro — ha aggiunto il sindaco — applicando la legge del due per cento che permette l’acquisto di arte in proporzione agli investimenti nelle opere pubbliche. E con tutti i cantieri che abbiamo… — ha scherzato — potremmo creare una prima grande collezione di arte contemporanea pubblica in città».
Cambiare gli equilibri è stata la parola d’ordine. «Le installazioni di Jeff Koons e Jan Fabre hanno riequilibrato quel piano inclinato che è piazza della Signoria — è stata la metafora di Sergio Risaliti — prima tutte le palline lanciate sul piano cadevano verso il Perseo di Cellini a centinaia di migliaia». Le palline della metafora sono i turisti. «Con il Pluto e Proserpina di Koons e la grande tartaruga di Fabre l’asse si è ri-centrato. La stessa cosa sul piano museale è il compito del Museo Novecento». La prima cosa che il neo direttore Risaliti ha voluto cambiare è stata la scritta «Museo» che ora campeggia sotto le logge: «Per svecchiare l’idea di museo dovevamo prima svecchiarne la parola, ma ci voleva un artista per farlo, perché solo un artista sa essere un passo avanti agli altri». Per il compito hanno scelto
Elogio del contemporaneo «Abbiamo destinato 600 mila euro applicando la legge che permette l’acquisto di arte in proporzione agli investimenti nelle opere pubbliche»