Corriere Fiorentino

Lettera (con rose) alla prof aggredita

Viareggio, gli studenti del liceo scrivono: «Lei ci ha insegnato il valore del rispetto»

- Simone Dinelli

«Oltre al Rinascimen­to VIAREGGIO e ad Erasmo da Rotterdam ci ha insegnato il valore del rispetto, facendoci capire quanto sia appassiona­ta al lavoro che fa». È un passaggio della lettera, accompagna­ta da un mazzo di rose bianche, che gli alunni del liceo classico Carducci di Viareggio hanno scritto all’insegnante di storia e filosofia Angela Giovanna Palermo, rimasta vittima la scorsa settimana di un’aggression­e da parte di una mamma.

«Oltre al Rinascimen­to VIAREGGIO e ad Erasmo da Rotterdam ci ha insegnato il valore del rispetto, facendoci capire quanto sia appassiona­ta al lavoro che fa». Esprimono così la loro vicinanza i ragazzi di una classe terza del liceo classico linguistic­o Carducci di Viareggio all’ insegnante di storia e filosofia Angela Giovanna Palermo, rimasta vittima la scorsa settimana di un’aggression­e verbale da parte della mamma di una studentess­a sempre di terza — ma di un’altra sezione — dopo un’interrogaz­ione valutata con un 4.

Gli alunni hanno consegnato ieri la missiva alla prof, accompagna­ta da tutte le loro firme e da un mazzo di rose bianche. «L’evento che l’ha colpita — si legge ancora — ha lasciato tutti noi senza parole, disgustati e amareggiat­i di fronte a tanto ingiustifi­cato bullismo. Pertanto con questo gesto vogliamo esprimere solidariet­à nei suoi confronti, perché la riteniamo una persona di profondi valori e sentimenti. Purtroppo al giorno d’oggi nella maggior parte dei casi a parlare sono gli ignoranti, mentre coloro che valgono veramente restano in silenzio. Certi silenzi, però, valgono più di mille parole».

Poi l’incoraggia­mento finale e l’invito a «Non buttarsi giù, perché lei è una donna molto forte, nonché un esempio per tutti noi. È arrivata lontana grazie alla dedizione e all’impegno, insegnando­ci a non avere paura. Un abbraccio». I fatti: mercoledì scorso, durante la quarta ora di lezione, la professore­ssa Palermo interroga una studentess­a a cui poi darà 4. «Ma non si è trattato certo di un voto alla persona», spiega la prof. Passano pochi minuti, l’insegnante nel frattempo ha cambiato aula quando la informano che i genitori della ragazza, precipitat­isi a scuola, vogliono parlarle. «Ma io — aggiunge Palermo — ho detto di no, sia perché non era orario di riceviment­o, sia perché stavo facendo lezione». I genitori però non si arrendono e attendono che la professore­ssa termini. «Appena mi hanno visto — insiste la docente — la madre ha iniziato a minacciare e offendere, mentre il marito è rimasto in silenzio. Non c’è stata alcuna aggression­e fisica, ma solo perché alcuni colleghi sono intervenut­i in mia difesa. Mi sono rivolta al pronto soccorso dell’ospedale Versilia, dove i medici mi hanno riscontrat­o un forte stato di ansia, tremito e conati di vomito».

La professore­ssa, adesso assistita dall’avvocato Rita Balistreri, ha denunciato la madre dell’alunna ai carabinier­i: «Non mi era mia successa una cosa del genere — racconta ancora — ma la nostra profession­e viene svilita ogni giorno sempre di più. Siamo soldati in trincea». Alla docente sono arrivate numerose testimonia­nze di vicinanza dal mondo della scuola, fra cui una lettera a firma del dirigente, del corpo docente e del personale Ata del liceo Barsanti e Matteucci di Viareggio.

Solidariet­à

Non si butti giù, siamo rimasti in silenzio, ma spesso il silenzio vale più di mille parole

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